In un ambiente qualificato dall’avvocato dell’attuale senatrice come un circo, con cani e militari di fanteria, la Polizia è entrata al quinto piano dell’edificio del quartiere di Recoleta, nella prima perquisizione di tre proprietà per l’investigazione nella causa su supposte subornazioni nell’opera pubblica durante la sua gestione (2007-2015).
“Permettiamo di passare alla polizia e per disposizione del giudice Bonadio sono stato obbligato a ritirarmi e non posso controllare il procedimento”, ha dichiarato l’avvocato difensore dell’ex mandataria, Carlos Beraldi.
L’avvocato ha aggiunto che chiederà la nullità del procedimento perché non compie quanto richiesto dal Congresso e reclamerà un giudizio politico contro il magistrato Claudio Bonadio.
Mentre l’ex mandataria si trova in casa di sua figlia Florencia, nel quartiere di Constitucion, a Buenos Aires, e più tardi potrebbe andare all’Istituto Patria, l’operativo era formato da sei camioncini con militari di fanteria ed alcuni mass media l’hanno definito esagerato.
Da quando il Senato ieri ha approvato le perquisizioni, con la presenza della stessa ex presidentessa, i mass media non smettono di toccare il tema ed alcuni l’hanno reso come uno show, danno particolari dettagliati dei tre appartamenti di Fernandez, e segnalano che perfino si farà uno scanner delle pareti.
Nonostante, mancano da perquisire le sue proprietà a El Calafate e Rio Gallegos, nella provincia di Santa Cruz.
“C’è una manipolazione sfacciata, umiliante e villana permanente contro la mia persona, se credono che con questo modo di agire possono cambiare le mie idee o chiudermi la bocca si sono sbagliati”, ha affermato ieri nel Congresso l’ex mandataria.
Dopo decretare che il paese è davanti ad un grave problema politico, ha risaltato che “se qualcosa mancava per consacrare l’uso del potere giudiziale come elemento di persecuzione politica in Argentina, era questa causa” ed ha ricordato che dal 2015 ne hanno aperte sei, quattro di queste per associazione illecita.
Il chiamato caso delle fotocopie dei quaderni di Centeno per subornazioni conta già con vari detenuti, tra questi, imprenditori che hanno aderito alla legge del pentito.
L’investigazione per il presunto pagamento di bustarelle si basa su una dichiarazione di una testimone vincolata all’autista di Roberto Baratta, ex funzionario del Ministero di Pianificazione che si suppone abbia consegnato alla Giustizia i documenti nei quali l’impiegato avrebbe annotato il trasferimento di denaro.
Ig/may