Attraverso il Piano di Ritorno alla Patria, il Governo del presidente Nicolas Maduro ha facilitato il rimpatrio volontario, questo lunedì, del gruppo proveniente dal Perù, i cui membri hanno denunciato di essere stati vittime della xenofobia, delle vessazioni e dei trattamenti inumani.
La realtà con la quale si sono incontrati è stata molto differente ai canti di sirena che gli hanno offerto: sono stati sottomessi ad indicibili vessazioni, a trattamento crudele ed inumano, a dimostrazioni infami di xenofobia e di delitti di odio, condanna il testo.
D’accordo col comunicato, i connazionali hanno sollecitato come appoggio all’ambasciata del Venezuela nella nazione andina il loro ritorno, conseguenza delle “dimostrazioni infami di xenofobia e di delitti di odio”.
Il fatto più brutale, aggrega il comunicato, è che tutte queste espressioni di disumanità sono state e sono incoraggiate dai centri di potere delle oligarchie e dei Governi di destra di questo continente.
Dopo il loro arrivo, gli 89 venezuelani sono stati ricevuti nel Ministero del Potere Popolare per la Salute e la Cancelleria, prima di ritornare alle loro case, ha informato inoltre il portafoglio.
“Venezuela riceve oggi questo gruppo di figli e figlie affinché riprendano la loro vita con allegria, ora potranno godere come sempre di una vita piena di libertà, protezione sociale e della solidarietà che caratterizza la Rivoluzione Bolivariana”, conclude il Ministero di Relazioni Estere.
L’emigrazione dei venezuelani verso paesi limitrofi si situa tra i principali temi di agenda per il Governo, in mezzo al panorama di recupero economico che vive la nazione sud-americana.
Dati di organismi internazionali dettagliano che più di 1,6 milioni di persone sono emigrate dal Venezuela negli ultimi tre anni, ed il 90% si trova nei paesi dell’America del Sud.
Ig/ebr