“Oltre ad ignorare gli accordi stipulati con il governo del presidente anteriore e collocare unilateralmente condizioni inaccettabili, questo Governo sta chiudendo questa mensa”, ha affermato la guerriglia in un comunicato pubblicato nel sito ELN-Voces.
La forza insorta ha considerato che la nuova amministrazione colombiana sta “distruggendo il processo di dialogo e gli sforzi fatti da diversi anni dall’ELN, dalla società, dall’anteriore Governo e dalla comunità internazionale”.
Sabato scorso il presidente della Colombia, Ivan Duque, ha segnalato che per riannodare le conversazioni, il gruppo guerrigliero deve liberare tutti i sequestrati che si trovano in suo potere.
Al rispetto, l’ELN ha segnalato che “il governo, avendo consegnato alle forze militari la dirigenza delle liberazioni (… ) ha reso molto più difficile questo processo”. “La forma corretta sarebbe che ci sedessimo le due parti, dialogassimo e di comune accordo potremmo fare gli aggiustamenti necessari” ha insistito l’insorgenza, dopo assicurare che mantiene la sua disposizione ad una soluzione negoziata per mettere fine al conflitto armato.
Nelle ultime ore l’alto delegato per la Pace, Miguel Ceballos, ha confermato alla stazione radio locale BLU Radio che in questi momenti sarebbe in funzione la liberazione dei militari sequestrati dall’ELN nel dipartimento del Chocò, regione del Pacifico colombiano.
“So che, nella giornata di oggi, con l’appoggio fondamentale della Chiesa cattolica e della Difesa del Popolo, questo processo di liberazione starà succedendo”, ha concluso Ceballos.
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