“Non accetteremo imposizioni e meno dagli Stati Uniti. Non si può dialogare quando una delle parti pretende che ti sottometta ai suoi desideri”, ha enfatizzato il capo di Stato in un’intervista esclusiva concessa alla catena multinazionale TeleSur.
Nella sua prima intervista con un mezzo di comunicazione, Diaz-Canel, ha dissertato sui temi rilevanti della realtà cubana, che includono la riforma costituzionale, il bloqueo imposto dal Governo statunitense, e la situazione di ingerenze che affrontano vari paesi latinoamericani.
Il mandatario cubano ha manifestato che i primi quattro mesi della sua gestione sono stati un periodo di molta esperienza e riflessione, dove ha centrato il suo lavoro nello stabilire vincoli, dibattiti e dialogo permanente con la popolazione, oltre ad essere presente nei luoghi dove si abbordino i temi più complessi della realtà del paese.
Inoltre, ha sottolineato come un altro degli elementi che indirizzano attualmente il lavoro governativo a Cuba in che “i dirigenti siano capaci di usare come un’arma fondamentale, come uno strumento di lavoro, la comunicazione sociale”.
D’altra parte, Diaz-Canel ha sottolineato che “il principale ostacolo per lo sviluppo del paese, quello che più colpisce la vita quotidiana dei cubani, ed anche la vita economica e sociale, è il bloqueo imposto dagli Stati Uniti, che è una pratica brutale, un delitto di lesa umanità”.
In questo senso, ha sottolineato che Cuba non è una minaccia per nessun paese. “Noi abbiamo una volontà ed una vocazione per la giustizia sociale, per costruire una nazione migliore”.
Davanti alle critiche dei settori reazionari al processo socialista cubano, il mandatario ha segnalato che il Governo non rinuncerà mai alla sua ideologia né ai valori della Rivoluzione.
Diaz-Canel ha disistimato l’appello dei contro-rivoluzionari a non partecipare alla votazione della riforma costituzionale che si porterà a termine in febbraio del 2019, sottolineando che “confido pienamente nella partecipazione popolare”.
In altri temi, il mandatario cubano ha fatto riferimento alla situazione di assedio economico, politico e sociale che vivono vari paesi dell’America Latina, ed ha fatto un’enfasi speciale sulla realtà del Venezuela.
Rispetto all’uscita dell’Ecuador e della Colombia dagli organismi di integrazione e solidarietà, come l’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (Alba-TCP) e l’Unione delle Nazioni Sud-Americane (Unasur) rispettivamente, il presidente ha sentenziato che “disunirci da la possibilità che si distruggano le costruzioni sociali e politiche della regione”.
Ig/odf