Lula ha fatto un’opera quasi miracolosa, ha sottolineato Nogueira in un commento pubblicato nella rivista Carta Capital e nel quale ha paragonato il fondatore e leader storico del Partito dei Lavoratori (PT) col rinomato calciatore brasiliano Edson Arantes do Nascimento, Pelè.
Paragonando quello che succede nella campagna elettorale del 2018 con quello che è successo nella Coppa del Mondo di calcio del 1962, in Cile, l’ex vicepresidente della Nuova Banca di Sviluppo del gruppo Brics ha sostenuto che “Lula è il nostro Pelè politico”.
La gran differenza (con quello che accade ora) è che Lula è più che un Pelè. Prigioniero politico dal passato 7 aprile “ha continuato a giocare ed ha preparare la squadra fuori dal campo. Ha imposto una sconfitta schiacciante ai suoi avversari. È stato la stella insuperabile del campionato, anche se appartato dal torneo”, ha sentenziato.
A giudizio dell’economista, Haddad avanzerà al secondo turno e dovrebbe sconfiggere Bolsonaro, benché abbia messo in allerta che esiste sempre il rischio di certe sorprese e di manovre dell’ultima ora.
Secondo la più recente inchiesta di intenzione di voto, pubblicata oggi dal l’istituto FSB Pesquisa, l’ex capitano dell’Esercito e rappresentante del Partito Sociale Liberale (PSL) è al primo posto, con il 31% di appoggio, mentre Haddad è al secondo con il 24%.
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