venerdì 26 Luglio 2024
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Settori degli USA scommettono sull’avvicinamento con Cuba

Il Governo di Donald Trump ha assestato colpi duri al processo di avvicinamento tra gli Stati Uniti e Cuba, iniziato con il suo predecessore, Barack Obama, ma molti settori statunitensi si rifiutano di fare retromarcia e cercano nuovi sviluppi. 

 
Così si è potuto evidenziare durante l’ampia agenda sviluppata dal presidente dell’isola, Miguel Daaz-Canel, nel contesto della sua partecipazione nell’Assemblea Generale all’ONU, durante la quale ha sostenuto incontri con legislatori, leader di compagnie tecnologiche ed imprenditori agricoli. 
 
Come parte delle sue attività nell’organismo multilaterale e nella città di New York, dove si ubica questo forum, il capo di Stato ha anche conversato con dirigenti dell’industria dei viaggi e membri del Consiglio Nazionale delle Chiese, come con figure del mondo dell’arte e della cultura. 
 
“È stato molto emozionante quando l’anteriore amministrazione cominciò ad aprire le porte e credo che ora già non possono chiudersi tutte”, ha affermato Joan Campbell, dopo essersi riunita col mandatario dell’isola caraibica, e questa sembra essere l’opinione di molte delle persone che hanno dialogato con Diaz-Canel. 
 
I legislatori repubblicani e democratici, che si sono incontrati col dignitario lunedì 24 settembre nella Missione Permanente di Cuba presso l’ONU, hanno espresso la necessità di che si tolga il bloqueo imposto da Washington contro l’isola e l’importanza di ampliare la cooperazione tra i due paesi. 
 
“Desidero che gli Stati Uniti abbiano delle relazioni complete con Cuba, non c’è ragione per avere un bloqueo che sappiamo che è già fallito”, ha assicurato la congressista democratica Karen Bass, una delle partecipanti nell’appuntamento celebrato nella Missione Permanente di Cuba presso l’ONU. 
 
“Crediamo che ci debba essere un ampio scambio, che sia in medicina o in altre aree”, ha aggiunto la legislatrice per la California, che si è pronunciata anche contro le restrizioni dei viaggi che impediscono agli statunitensi di visitare Cuba come turisti. 
 
Da parte sua, il senatore Ron Wyden ha affermato che come principale democratico del Comitato di Finanze della Camera Alta del Congresso è stato molto contento per l’ottimismo presente nella riunione sulle vie per cambiare le restrizioni attuali di commercio e promuovere attività mutuamente vantaggiose. 
 
Sull’opposizione di alcuni membri del Congresso all’avvicinamento con l’isola, il congressista repubblicano Roger Marshall ha sottolineato che “sono una minoranza di persone con molto potere, ma noi stiamo trattando di superarli”. 
 
Giovedì 27 settembre in un dialogo con imprenditori agricoli statunitensi, il mandatario cubano ha sottolineato che questo è uno dei settori che più difende i vincoli della nazione settentrionale con l’isola. 
 
Diaz-Canel ha affermato che la retrocessione nel ristabilimento delle relazioni è vincolata solo con interessi di una minoranza che ottiene con la politica frenare gli sviluppi. 
 
Dopo questo appuntamento, il presidente dell’Associazione Nazionale dei Dipartimenti Statali di Agricoltura degli Stati Uniti (Nasda), Jeff Witte, ha manifestato il suo appoggio pieno al commercio agricolo con Cuba ed ha respinto il bloqueo contro l’isola. 
 
In quella stessa giornata si è svolta la riunione coi membri del Consiglio Nazionale delle Chiese degli Stati Uniti, che hanno confermato il loro rifiuto al bloqueo economico, commerciale e finanziario che dura da più di 55 anni, imposto da Washington contro l’isola caraibica. 
 
“Il messaggio principale che trasmettiamo al presidente cubano riguarda il bloqueo, è importante che si elimini questa politica”, ha dichiarato a Prensa Latina Stan Hastey, rappresentante dell’Alleanza Battista degli Stati Uniti. 
 
Da parte sua, il vescovo William Darin Moore, membro del direttivo del Consiglio Nazionale delle Chiese, e che è stato recentemente a Cuba, ha sottolineato l’ospitalità dei suoi abitanti, ed anche la sua saggezza per distinguere tra il Governo degli Stati Uniti ed il popolo della nazione settentrionale. 
 
Il popolo statunitense in massa vuole che il bloqueo finisca. E dal momento che finirà, potremo costruire ponti, ha rimarcato il leader religioso. 
 
Inoltre, durante una riunione che ha avuto luogo venerdì 28 settembre, con alti dirigenti della Camera di Commercio degli Stati Uniti e dell’industria dei viaggi di questo paese, le parti hanno abbordato le potenzialità dell’isola e la necessità che si eliminino le proibizioni che impediscono agli statunitensi di visitare liberamente la nazione vicina. 
 
Thomas Donohue, presidente della Camera di Commercio, ha dichiarato a Prensa Latina che le condizioni sono adeguate affinché nei due paesi esistano migliori vincoli nel settore. 
 
“Stiamo facendo un passo alla volta, però è continuo e seguiremo con questi sforzi”, ha affermato il dirigente, che ha ricordato che è stato per la prima volta nella maggiore delle Antille nel 1997, e da allora ha lavorato con successo con i leader cubani, per aprire entrambi i paesi ad una relazione più duratura. 
 
Dal mondo dell’arte è anche arrivata la volontà di stringere lacci con la maggiore delle Antille, come si è evidenziato il 29 settembre nel dialogo di Diaz-Canel con figure riconosciute di quell’ambito. 
 
Il mandatario è stato invitato dal famoso attore Robert Di Niro e dalla produttrice Jane Rosenthal in un incontro nello storico edificio Dakota, ed in quell’appuntamento si abbordò l’importanza della cultura per costruire ponti tra i paesi. 
 
Per il protagonista di film come Il Padrino II e Toro Selvaggio, “i buoni vicini non alzano muri”. “Che la cultura serva per costruire ponti”, ha concluso. 
 
Martha Andres Roman, corrispondente di Prensa Latina a Washington  

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