Pochi prima di comparire questa mattina davanti agli investigatori dell’Ufficio centrale di lotta contro la corruzione e le infrazioni finanziarie, il politico ha dichiarato alla stampa che si tratta di una scalata giudiziale ed un’operazione di intimidazione.
“C’è una scalata aperta, una scalata giudiziale nella cornice di un’operazione di intimidazione. Vogliono spaventarci, intimorirci”, ha denunciato.
Il politico è stato interrogato questo giovedì a causa di due investigazioni aperte contro di lui, una per presunte irregolarità nei suoi conti della campagna presidenziale del 2017 ed un altro per supposti impieghi fittizi nel Parlamento Europeo.
Melenchon ha rifiutato entrambe le investigazioni ed ha denunciato la mancanza di evidenze che le sostentino.
Nel caso dei conti della campagna, per esempio, tutta la contabilità è già stata convalidata dalla Commissione nazionale dei conti di campagna, addetta ufficialmente di soprintendere questi dati.
D’altra parte, ha anche denunciato l’esistenza di “una giustizia a due velocità”, in riferimento al movimento governativo La Repubblica In Marcia (LREM).
“Perché la sede di LREM ha un stock di armi, per esempio? A me mi perquisiscono, registrano i miei locali, brutalizzano i miei assistenti, mentre a loro non chiedono niente. C’è una giustizia a due velocità in questo paese”, ha enfatizzato.
Nel suo account della rete sociale Twitter, Melenchon ha pubblicato: “Quello che mi sto chiedendo è: siamo ancora in uno stato di diritto?”.
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