Cuba ha preso una decisione dolorosa, ma necessaria. Il nostro paese non avrebbe voluto la situazione attuale, ma agisce in difesa della dignità professionale ed umana dei nostri collaboratori e della loro sicurezza, ha affermato Portal in un’intervista con Cubadebate.
Secondo il titolare di Salute Pubblica, le decisioni prese fino a questo momento non sono precipitose e Cuba è consapevole che la determinazione -accettata dopo le affermazioni dispregiative ed aggressive del presidente eletto, Jair Bolsonaro, – ha un impatto nel popolo brasiliano.
A differenza di altri, abbiamo considerato sempre l’attenzione di salute come un tema di massima priorità, al di sopra di qualsiasi considerazione di indole politica, ha aggiunto.
Portal ha spiegato che per l’isola caraibica la salute di un popolo è al di sopra della politica ed ha ricordato che nel 2009 durante il golpe di Stato in Honduras contro l’allora presidente Manuel Zelaya, circa 400 medici cubani sono rimasti in quella nazione in condizioni molto difficili.
Quello che non si può permettere in nessun caso, quello che è doloroso in Brasile, è che si metta in discussione il riconosciuto prestigio della scuola di medicina cubana. Non si possono neanche tollerare offerte malintenzionate e tendenziose, che vorrebbero provocare che i collaboratori abbandonino la loro missione, ha affermato.
Secondo Portal, “questa è la prima volta in 55 anni di collaborazione, periodo in cui più 600 mila cubani hanno prestato servizio in più di 160 paesi, che ci vediamo in una situazione come questa”.
Mercoledì scorso il Ministero cubano di Salute Pubblica ha annunciato la decisione di non continuare a partecipare al programma Più Medici del Brasile dopo i condizionamenti e le minacce del presidente eletto.
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