Fonti militari hanno indicato che i sistemi di difesa antiaerea sono in allerta, al tempo che è stato confermato l’utilizzo di un drone di Tel Aviv sulle acque del Mediterraneo per provare l’effettività dei missili Arrow 3.
Questo ultimo tipo di missile è stato consegnato recentemente dagli Stati Uniti alle Forze della Difesa di Israele, come una misura per resistere al sistema S-300 che Russia ha ceduto a Siria, come hanno affermato alcuni analisti della situazione.
A sua volta, il delegato permanente di Damasco presso le Nazioni Unite, Bashar al-Jaafari ha sottolineato che se il Consiglio di Sicurezza non prende alcune misure immediate per fermare le ripetute aggressioni israeliane contro il territorio nazionale, Siria eserciterà il suo diritto legale all’autodifesa.
Se si ripeteranno queste azioni, Jaafari ha precisato che il suo paese risponderà all’aggressione israeliana che si è svolta contro l’Aeroporto Internazionale di Damasco con un’azione simile contro quello di Tel Aviv.
I continuati attacchi contro Siria “non si realizzerebbero di tale forma se non ci fosse un appoggio multiforme conferito dai membri permanenti del Consiglio all’ente sionista e se questo non avesse fallito nel compiere le sue responsabilità”.
Stati Uniti, Francia e Regno Unito “continuano a svolgere il ruolo dei testimoni falsi ed ostacolano che il Consiglio assuma le sue responsabilità”. “Tutto questo non ostacolerà che Siria eserciti il suo diritto all’autodifesa e di svolgere azioni per restaurare il Golan siriano occupato”, ha sottolineato il diplomatico.
D’altra parte, l’Iran ha respinto le azioni di Israele ed ha definito posizioni contro la ripetizione di questi tipi di attacchi, basato sul fatto che Teheran possiede basi militari in territorio siriano, secondo informazioni divulgate da Damasco.
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