Così è stato confermato dal titolare dell’Istituto Lula, Paulo Okamotto, che ha precisato che l’ex dirigente operaio avrebbe comunicato tale posizione ai suoi avvocati dopo aver saputo che suo fratello maggiore Vavà, come era conosciuto, era stato già seppellito.
“Il presidente Lula avrebbe voluto partecipare al funerale e salutare suo fratello. Ovviamente che anche avrebbe voluto incontrarsi con la famiglia, ma per questo ci sarà un’altra occasione”, ha sottolineato Okamotto.
Minuti prima di conoscersi tale dichiarazione, il presidente del Tribunale Supremo Federale (STF), Antonio Dias Toffoli, aveva accettato il sollecito affinché Lula lasciasse il carcere ed assistesse alla veglia funebre di suo fratello.
“Concedo un ordine di habeas corpus di ufficio per assicurare al richiedente Luiz Inacio Lula da Silva, il diritto di incontrarsi con i suoi famigliari”, ha detto Dias Toffoli nella sua sentenza.
Ha aggiunto i dettagli: Lula è autorizzato per trasferirsi ad un’unità militare ed i parenti avrebbero trasferito lì il corpo di Vavà, che è morto ieri a 79 anni, vittima di un cancro al polmone.
La difesa dell’ex sindacalista era ricorsa al STF dopo la decisione della giudice federale Carolina Lebbos, che aveva rifiutato la stessa richiesta all’alba di questo mercoledì.
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