venerdì 26 Luglio 2024
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Lavoratori di Pdvsa scendono in piazza per ripudiare le sanzioni degli USA

Caracas, 31 gen (Prensa Latina) Lavoratori di Pdvsa percorrono oggi alcune delle principali arterie del centro di Caracas per ripudiare le recenti sanzioni del Dipartimento del Tesoro statunitense contro l'industria. 

 
Durante la mobilitazione, il direttore di Pdvsa, Manuel Quevedo, ha respinto l’offerta della destra nazionale a Washington delle ricchezze naturali della nazione. 
 
“L’opposizione vuole mettere in vendita tutte le risorse del paese venezuelano, hanno offerto il 50% dell’industria petrolifera agli Stati Uniti”, ha insistito il titolare. 
 
Quevedo ha reiterato che come risposta al sequestro di Citgo, filiale di Pdvsa in territorio statunitense, ogni nave di grezzo che esce dal paese dovrà essere pagata in anticipo. 
 
“Gli Stati Uniti pretendono che continuiamo ad inviare petrolio, pagare dopo e lasciare i fondi sequestrati in un conto bancario negli stessi USA”, ha detto, condannando il blocco di sette mila milioni di dollari, proprietà della rappresentazione venezuelana. 
 
D’accordo con il presidente di Pdvsa, in questo modo la Casa Bianca aspira alla gestione di tutte le risorse da parte dell’amministrazione Trump. 
 
“Vogliono applicare lo stesso copione che hanno svolto in Libia, nominano un governo parallelo, intervengono e si appropriano delle risorse”, ha denunciato Quevedo. 
 
Nella mobilitazione hanno partecipato migliaia di lavoratori di tutti gli stati del paese dalla periferia di Pdvsa, a La Campiña, fino alla sede di governo, come ha potuto constatare Prensa Latina. 
 
Il percorso di più di sette chilometri fino al Palazzo Miraflores conferma anche l’appoggio del settore al mandatario Nicolas Maduro. 
 
Le recenti sanzioni, annunciate lunedì dal segretario nordamericano del Tesoro, Steven Mnuchin, stabiliscono che Citgo potrà continuare le sue operazioni, ma non gli sarà permesso inviare denaro al governo diretto da Maduro. 
 
Al contrario, le misure riconoscono come autorità il governo parallelo del deputato oppositore Juan Guaidò, che si è auto-nominato il 23 gennaio scorso come “presidente interino” del paese. 
 
Ig/ebr

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