giovedì 5 Dicembre 2024
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Nicaragua: la rivoluzione di maggioranze che Washington tenta di soffocare

Alla fine del 2018, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato, ed in seguito il presidente Trump lo ha anche firmato, il Nicaraguan Investment Conditionality Act, conosciuto come il Nica Act, un passo in più della politica di Washington per accerchiare la nazione centroamericana. 

 
Si è parlato molto del Nica Act, ma realmente nessuno sa in che cosa consiste e quali sono i suoi effetti nella vita politica, economica e sociale del Nicaragua, paese che si è visto inasprire la campagna destabilizzante contro di lui che finanzia e dirige il binomio Campidoglio-Casa Bianca. 
 
Il Nica Act si muove nell’ambiente legislativo statunitense dal 2016, quando è stato presentato dai congressisti Albio Sires (democratico) ed Ileana Ros-Lehtinen (repubblicana), molto conosciuta come nemica di tutti i processi a favore delle maggioranze. 
 
A metà del 2018, il Comitato di Relazioni Estere della Camera dei Rappresentanti ha approvato il disegno di legge, ed il Senato ha fatto la stessa cosa alla fine di novembre, presentando alcuni emendamenti al documento. 
  
Infine, il Congresso ha approvato tutto il documento ed il presidente Trump ha firmato il Nica Act, che adesso è una legge che concede al Governo degli Stati Uniti il diritto di bloccare i prestiti che le istituzioni finanziarie internazionali proporzionino al Nicaragua, per lo sviluppo del paese in ambiti differenti. 
 
Il fatto interessante di queste azioni è che, bloccando i prestiti del Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e la Banca Interamericana di Sviluppo, si mettono a rischio una serie di piani di sviluppo sociale che il governo sandinista porta avanti con finanziamento estero. 
 
La vera danneggiata sarà l’immensa maggioranza del popolo del Nicaragua, che dal ritorno al potere del Sandinismo nel 2007 vive uno sviluppo sostenuto, riconosciuto da organismi internazionali, che fissano la crescita del prodotto interno lordo del Nicaragua ad una media del 5% annuale, fino al termine del 2017. 
 
Per l’anno 2018, ci si aspettava lo stesso comportamento di questo indicatore macroeconomico, ma il tentativo del golpe di Stato ed altre azioni destabilizzanti e violente hanno causato al paese perdite superiori ai 1000 milioni di dollari. 
 
Il Nica Act è stato denunciato in più di un’occasione dal presidente Daniel Ortega e da altre figure del suo governo, anche dalla maggioranza dei settori della società nicaraguense, che vedono questa legge come un atto di ingerenza nei temi nazionali e come forma di danneggiare un’economia che si sta recuperando contro ogni prognosi. 
 
L’obiettivo: sconvolgere il buon svolgimento economico ottenuto dal paese durante la gestione sandinista e la portata delle sue politiche sociali in materia di salute, educazione, creazione di infrastrutture, posti di lavoro, riduzione della povertà, appoggio ad imprenditori locali, costruzione di abitazioni, sicurezza cittadina, etc. 
 
Il Nica Act è solo un ingranaggio in più di un macchinario molto più grande che ora include nel suo piano di azione l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), che, oltre ogni ragione, cerca di applicare a questa nazione centroamericana l’articolo 20 della Carta Democratica Interamericana. 
 
Intanto, Nicaragua lavora per consolidare la pace e la riconciliazione tra i suoi cittadini e continua spingendo le sue politiche ambiziose di sviluppo economico e sociale. 

Alain Valdes Sierra, corrispondente di Prensa Latina in Nicaragua

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