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Il futuro di Cuba lo decidiamo sull’isola, afferma cancelliere

L'Avana, 19 feb (Prensa Latina) Il cancelliere di Cuba, Bruno Rodriguez, ha detto oggi che il futuro dell'isola non lo deciderà nessun potere straniero ed il suo popolo difenderà la rivoluzione socialista costruita a 90 miglia dagli Stati Uniti. 

 
Il futuro di Cuba lo decidiamo qui, ha sentenziato in dichiarazioni ai giornalisti nazionali e stranieri, un giorno dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, annunciasse nella Florida la supposta vicinanza della fine del socialismo nell’emisfero. 
 
Prima di accettare le domande dai mass media presenti nella sede del Ministero di Relazioni Estere, Rodriguez ha affermato che la maggiore delle Antille è orgogliosa della sua storia, con i suoi successi negli ultimi 60 anni, come la sconfitta nel 1959 di una dittatura appoggiata dagli Stati Uniti ed il rovescio dell’invasione mercenaria promossa da Washington in aprile del 1961. 
 
Inoltre, ha ricordato che l’isola ha dimostrato la sua fermezza durante la Crisi di Ottobre, nel 1962, e nella risposta al terrorismo di Stato, del quale è stata vittima per decadi, con un saldo di quasi 3500 morti e più di 2000 feriti. 
 
Reiteriamo al presidente Trump che la nostra lealtà a Fidel Castro ed a Raul Castro seguirà invariabile, e che la continuità della Rivoluzione è permanente ed irreversibile, ha sentenziato. 
 
Secondo Rodriguez, Cuba manterrà l’unità del suo popolo intorno al Partito Comunista e darà il 24 febbraio una dimostrazione in più con l’appoggio alla nuova Costituzione della Repubblica, nel referendum al quale sono convocate più di otto milioni di persone. 
 
Quel giorno daremo anche una risposta al presidente Trump, ha segnalato in un contesto marcato dall’aumento nella retorica anticubana dell’attuale amministrazione della Casa Bianca. 
 
Nella conferenza stampa, il diplomatico ha confermato la denuncia dei preparativi degli Stati Uniti per un intervento militare contro Venezuela, utilizzando come punta di lancia un’allegata crisi umanitaria e la necessità di inviare al paese sud-americano presunti “aiuti umanitari”. 
 
Secondo Rodriguez, le pressioni di Washington sulla comunità internazionale ricordano un copione impiegato in altre parti del mondo con conseguenze molto severe. 
 
Pertanto, ha fatto un appello alla comunità internazionale ad agire al di sopra delle differenze politiche in difesa della pace e per evitare con lo sforzo collettivo un intervento militare contro Venezuela, ed ha sottolineato la solidarietà dell’isola con la Rivoluzione Bolivariana ed il presidente costituzionale e legittimo, Nicolas Maduro. 
 
Ig/wmr

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