venerdì 26 Luglio 2024
AGENZIA DI STAMPA LATINOAMERICANA
Search
Close this search box.

Rafael Correa qualifica come criminale la consegna di Assange da parte dell’Ecuador

L'ex presidente dell'Ecuador Rafael Correa ha qualificato come criminale la consegna da parte dell’Ecuador del fondatore del portale web di filtrazioni Wikileaks, Julian Assange, alla polizia del Regno Unito. 

 
Come ha segnalato nel suo account nella rete sociale Twitter, quello che il mandatario ecuadoriano, Lenin Moreno, ha fatto è un crimine che l’umanità non dimenticherà mai. 
 
“Il traditore più grande della storia ecuadoriana e latinoamericana, Lenin Moreno, ha permesso che la polizia britannica entri nella nostra ambasciata a Londra per arrestare Assange”, ha denunciato Correa. 
 
Ha affermato che questa azione mette in rischio la vita del ciber-attivista ed umilia Ecuador, il cui presidente ha concluso il suo asilo politico che durava da sette anni. 
 
Correa, residente in Belgio, ha dichiarato al canale televisivo RT, che lo Stato ecuadoriano aveva l’obbligo, secondo il diritto internazionale, al proprio orgoglio nazionale, di proteggere il suo rifugiato, ed ha considerato inaudito che la polizia britannica entrasse nella missione per arrestare Assange. 
 
Ha anche ricordato che dall’anno scorso il giornalista australiano è cittadino ecuadoriano, e con questo, ha spiegato, la detenzione non solo rompe le regole dell’asilo politico e del diritto internazionale, bensì la Costituzione ecuadoriana. 
 
“È qualcosa di realmente inaudito, non posso smettere di indignarmi, di rattristarmi, è un giorno di lutto per l’umanità”, ha affermato. 
 
Nonostante, ha riconosciuto che questa operazione era molto probabile perché si sapeva che Moreno “aveva negoziato già la testa di Assange con gli Stati Uniti”. 
 
Il tema si è aggravato perché Wikileaks, con la quale non ha contatto Assange, ha divulgato casi di corruzione di Moreno molto gravi, ha spiegato, ed ha assicurato che il presidente potrebbe andare in prigione, “ma prima di andare in carcere vuole morire uccidendo”. 
 
Rispetto al momento della detenzione, Correa ha detto che stavano aspettando che Assange si ammalasse psicologicamente o fisicamente, e per questo “l’avevano isolato con un protocollo che niente ha a che vedere col diritto internazionale.” 
 
Ha anche affermato che era in un isolamento brutale con regole eccessivamente dure affinché uscisse per sua propria volontà, perfino stavano aspettando che si ammalasse per portarlo in un ospedale e lì catturarlo, ma non ci sono riusciti. 
 
Ha detto che Moreno, disperato, “perché sta cadendo” ha ordinato la sua detenzione come vendetta. 
 
Rispetto al futuro del caso, ha detto che non voleva fare commenti azzardati, ma la cosa più probabile è che Regno Unito estradi Assange negli Stati Uniti. 
 
Se sarà inviato al paese settentrionale, il fondatore di Wikileaks sarà giudicato per diffondere informazioni confidenziali sulla sicurezza nazionale nordamericana e potrebbe essere condannato all’ergastolo od a morte. 
 
Assange era rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra dal 2012, quando Quito gli ha concesso asilo politico per evitare la sua estradizione in Svezia, dove poteva essere accusato per presunti delitti sessuali. 
 
Yanet Llanes Aleman, giornalista della redazione Europa di Prensa Latina

ULTIME NOTIZIE
NOTIZIE RELAZIONATE