Il percorso in una delle città con più storia e tradizione nella maggiore delle Antille “ci permette di conoscere più da vicino un paese la cui verità è tergiversata costantemente dalla televisione negli Stati Uniti, ma noi riporteremo là un’altra versione, su quello che succede nella base navale di Guantanamo e gli esempi della Rivoluzione cubana con i suoi progressi sociali”, ha riferito Nadir Ruben Romo, amministratore di scuole elementari a Los Angeles.
Nella sua quarta visita a Cuba il giovane californiano di 36 anni ha considerato perfino gli avanzamenti del paese caraibico in materia tecnologica, “perché ha migliorato l’accesso ad internet, e si vede chiaramente il cambio dal 2011, quando sono arrivato per la prima volta, ma la cosa più importante è che siamo uniti nella la cooperazione” ha affermato.
“Questo è un paese che vive con l’esempio di Fidel, ed è mia responsabilità aiutare a questo popolo che ha un orgoglio nazionale mescolato con un grande spirito di solidarietà, e così l’hanno fatto con Haiti e Barbados nei loro processi di indipendenza, i paesi dei miei genitori”, ha commentato Rachelle Faroul, attivista politica nata a New York.
Il richiamo della sospensione del bloqueo contro il popolo della maggiore delle Antille e la condanna all’attivazione del Titolo III della Legge Helms-Burton, sono stati temi midollari tra i membri della Brigata, che poi hanno continuato il loro viaggio verso l’oriente di Cuba.
Provenienti da varie regioni degli Stati Uniti, discendenti delle comunità di emigrati, indigeni, latini, attivisti di movimenti politici e sociali, i membri della Brigata di Solidarietà, celebrano il loro mezzo secolo di vita festeggiando con l’Istituto Cubano di Amicizia coi Popoli.
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