Benché vari fatti recenti abbiano obbligato il Governo a svolgere azioni per fortificare la sicurezza degli ex guerriglieri, la Missione di Verifica delle Nazioni Unite e del Consiglio di Sicurezza hanno espresso la loro profonda preoccupazione per le aggressioni e gli omicidi fin dall’inizio dell’implementazione dell’Accordo di Pace, firmato nel 2016, ha espresso in un comunicato.
Continua affermando che “la revisione storica di anteriori processi di disarmo e smobilitazione dimostra che lo Stato colombiano ha sempre avuto difficoltà per garantire la sicurezza dei distinti ex combattenti”.
Secondo i calcoli, in aprile del 2018 c’erano 31 nuovi insediamenti dell’estinta guerriglia Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia-Esercito del Popolo (FARC-EP) -ora partito politico Forza Alternativa Rivoluzionaria del Comune (FARC) – con quasi 1800 ex combattenti, ha osservato.
È certo che si ignora l’ubicazione del 9% degli ex guerriglieri, ma questo non significa che si trovino nell’illegalità o siano vincolati a qualche gruppo armato al margine della legge, ha puntualizzato l’organizzazione.
In tale senso, ha sottolineato che i miti e le idee errate sulle chiamate dissidenze hanno dato un’immagine distorta di quello che succede e che mette a rischio gli ex integranti delle FARC, che si mantengono nel processo di reincorporazione.
L’Istituto degli Studi per lo Sviluppo e la Pace (Indepaz) ha segnalato recentemente che dal 1º gennaio 2016 al 20 luglio 2019, sono stati assassinate in Colombia 738 persone, tra leader sociali e difensori dei diritti umani.
Da quando è stato firmato, in novembre del 2016, l’Accordo di Pace tra lo Stato e l’ex guerriglia FARC-EP fino al mese scorso, sono stati uccisi 627 ex guerriglieri, ha puntualizzato.
In questo stesso periodo sono stati assassinati 138 ex combattenti in processo di reincorporazione e 36 dei loro parenti, ha concluso Indepaz.
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