Il portale digitale Cuba Money Project ha pubblicato che l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (Usaid) darà questa cifra a gruppi che “investigheranno, ricompileranno ed analizzeranno informazioni” relazionate con presunte violazioni dei diritti umani del personale di salute del paese caraibico, che realizza all’estero il suo lavoro.
Questa deliberazione dell’agenzia segue la decisione del Dipartimento di Stato che il 20 giugno scorso ha deciso di aggregare Cuba ad una lista di paesi che secondo Washington non compiono le norme minime per eliminare la tratta di persone, a dispetto del tolleranza zero dichiarata dalla nazione antillana contro questo fenomeno.
L’amministrazione di Donald Trump ha segnalato Cuba per supposte cattive condizioni di lavoro che soffrono i suoi medici nelle missioni statali all’estero, ed ignora il riconoscimento internazionale che ha questo programma nei paesi beneficati e da parte delle organizzazioni internazionali di salute.
Questa azione dell’Usaid succede, inoltre, dopo che il 26 luglio il Dipartimento di Stato ha annunciato restrizioni di visti contro funzionari vincolati con le missioni mediche di Cuba all’estero.
Nonostante il prestigio del lavoro che offrono i professionisti cubani della salute nelle più varie geografie dell’orbe e del carattere volontario di queste missioni, l’amministrazione di Trump ha usato come argomento per questa misura presunte pratiche coercitive e di abuso lavorativo.
Dopo la relazione sulla tratta di persone, il presidente di Cuba, Miguel Diaz-Canel, ha denunciato le menzogne e calunnie del Governo degli Stati Uniti, che ha ubicato l’isola nella peggiore categoria di quella lista, ed ha affermato che i dottori cubani sono “schiavi solo dell’amore per gli altri”.
Nella rete sociale Twitter il capo di Stato ha segnalato che Washington attacca la collaborazione medica cubana, che è “un grande esempio di solidarietà, umanità e di cooperazione nobile e legittima tra i paesi del sud”.
Le nuove azioni non rappresentano la prima volta che Washington si scaglia contro le missioni di salute della maggiore delle Antille, infatti dobbiamo ricordare la sua politica contro i medici cubani con l’implementazione del Programma Parole.
Tale meccanismo, in vigore durante il Governo di George W. Bush (2001-2009) e sospeso in quello di Barack Obams (2009-2017), promuoveva il furto di cervelli, sollecitando dottori ed altri professionisti della salute ad abbandonare le missioni internazionaliste ed emigrare negli Stati Uniti mediante accordi speciali, che regolarmente non venivano mantenuti dal governo statunitense.
Ig/mar