Ieri, 11 settembre, è stato il 46º anniversario del golpe di Stato contro il governo dell’Unità Popolare e l’assassinato di Salvador Allende, e mentre migliaia di persone rendevano omaggio alle migliaia di vittime di questo tragico evento, il giornale ha pubblicato un articolo firmato dai difensori della dittatura, che pretendeva giustificare il golpe militare.
Il titolo dell’articolo, molto provocativo, diceva: “L’11 settembre 1973 Cile è stato salvato dall’essere oggi un altro Venezuela”.
Il presidente delle JJCC, Camilo Sanchez, ha affermato che questo testo “non è libertà di stampa, è giustificare la dittatura ed il genocidio, ed un’aggressione alle famiglie delle migliaia di vittime della dittatura”.
Ha aggiunto che oggi, come in quell’epoca, El Mercurio appoggia conseguente il golpe militare, col suo ruolo antidemocratico e con il desiderio di coprire i crimini della dittatura, ed ha assicurato che le JJCC appoggeranno tutte le azioni legali che i parenti delle vittime prendano per ostacolare che atti come questi godano di impunità.
Inoltre, ha considerato che la pubblicazione di questo articolo o la decisione del governo, per la prima volta dalla fine della dittatura, ha deciso di non realizzare un atto ufficiale a La Moneda, dimostrano che, a 46 anni del golpe, Cile mantiene un grave debito con la memoria e col rispetto dei diritti umani.
La pubblicazione del quotidiano conservatore ha provocato perfino che, per la prima volta nella sua storia, 70 dei suoi lavoratori abbiano espresso il loro rifiuto a quanto accaduto.
Mentre, dal Gruppo dei Familiari dei Detenuti Scomparsi, la sua presidentessa, Lorena Pizarro, ha annunciato azioni giudiziali contro il quotidiano.
Ha segnalato che “El Mercurio continua nella sua stessa logica, perché in questo libello si sta facendo apologia del terrorismo, e dall’altro lato di questa pubblicazione ci siamo noi, i sopravvissuti, i parenti che siamo direttamente colpiti da questa nuova infamia”.
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