Come ha detto nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, questo è un esempio del successo del popolo siriano, “perché abbiamo superato gli ostacoli che ci hanno posto i governi ostili al mio paese e che si sforzano di prolungare la crisi”.
Damasco, in collaborazione con Russia, Iran e l’inviato speciale del segretario generale delle Nazioni Unite per Siria, Geir Pedersen, ha appoggiato la creazione di un Comitato Costituzionale, ha sottolineato.
La proprietà nazionale è la pietra angolare di questo Comitato: solo i siriani hanno il diritto esclusivo di parlare della loro Costituzione, senza nessun tipo di estorsione, prerequisito o ingerenza esterna, ha sentenziato l’ambasciatore.
Siria è un paese molto antico come lo dimostra la sua storia, la tomba del nostro antenato Abele si trova nei sobborghi di Damasco, abbiamo regalato all’umanità il primo alfabeto nell’epoca prima di Cristo, cioè, non siamo dei bambini in materia di diritto, di politica o d’economia, ha riflettuto il diplomatico.
Ma altri governi scommettono sulla distruzione del mio paese, ha denunciato, delle sue risorse e del suo patrimonio, violano la sovranità della Siria ed investono nel terrorismo in tutte le sue manifestazioni, politiche ed economiche.
Il Comitato è quello che determinerà il suo proprio modus operandi e nessuno stato potrà intervenire nel suo lavoro direttamente od indirettamente, non si potranno imporre calendari o ultimatum, ha risaltato, perché si tratta della Costituzione che determina il futuro della Siria per le prossime generazioni.
Bisogna mettere fine ai procedimenti unilaterali come quelli degli Stati Uniti, Francia e Regno Unito, ed interrompere definitivamente le fonti di finanziamento ed appoggio al terrorismo.
Tutto quello che ostacoli il lavoro del Comitato Costituzionale dovrà rendere conto, ha aggiunto l’ambasciatore ed ha esatto fermare la diffusione di menzogne su supposti attacchi del governo di Damasco contro i civili.
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