venerdì 26 Luglio 2024
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Gli USA disprezzano e sottovalutano il popolo di Cuba, afferma uno dei Cinque Eroi

L'Avana, 21 ott (Prensa Latina) Il vice rettore dell'Istituto Superiore di Relazioni Internazionali di Cuba (ISRI), Gerardo Hernandez, ha affermato oggi in questa capitale che il Governo degli Stati Uniti disprezza e sottovaluta il popolo dell'isola. 

 
Molti non scommettevano un centesimo sull’esistenza prolungata della Rivoluzione, che trionfò il 1º gennaio 1959, ha ricordato Hernandez intervenendo nel forum “Cuba in Rivoluzione: 60 anni di trasformazioni” celebrato nella sede dell’ISRI. 
 
Col passare degli anni hanno pensato che attraverso la gioventù potevano annullare il processo diretto da Fidel Castro, ma i giovani hanno visto nei loro genitori un esempio di come si difende l’indipendenza e la sovranità di una nazione, ha commentato Hernandez nell’incontro promosso dal Consiglio Latinoamericano di Scienze Sociali. 
 
Cuba ha avuto molte difficoltà, sono state molte le aggressioni, siamo stati il bersaglio dei piani della CIA, e dallo stesso territorio degli Stati Uniti si sono organizzati attacchi terroristici, ha ricordato il vice rettore dell’ISRI. 
 
Ancora oggi l’isola caraibica soffre gli impatti del bloqueo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti, una politica infame, ha affermato Hernandez, che ha denunciato all’auditorium che si tratta del tentativo più prolungato di spegnere la luce di un popolo che difende la sua sovranità. 
 
I borghesi sono andati via dal paese, hanno fatto le loro valigie e speravano che la Rivoluzione fosse solo questione di giorni, ha spiegato. 
 
Passando il tempo, per vedere la fine del processo sociale hanno scommesso sulla scomparsa fisica di Fidel Castro e suo fratello Raul, primo segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba, ha detto Hernandez. 
 
Tale idea non ha progredito, il popolo non è uscito sulle strade a negare le conquiste raggiunte, ed ora il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, riprende la retorica ostile tipica delle decadi anteriori, ha spiegato l’Eroe della Repubblica. 
 
Quando si avvicina un nuovo anniversario del trionfo della Rivoluzione, che non è esente di errori e di difficoltà, continuiamo nel nostro cammino, tentando di costruire un migliore paese, e per questo proposito contiamo con la gioventù cubana, ha affermato. 
 
Come nel passato, i giovani di adesso sarebbero disposti ad arruolarsi in una campagna di alfabetizzazione, andare in Africa per liberare popoli incatenati dal colonialismo ed apportare la loro quota di sacrificio affinché 60 anni dopo, altre generazioni celebrino il 120º anniversario della Rivoluzione cubana, ha assicurato Hernandez. 
 
Nel forum “Cuba in Rivoluzione: 60 anni di trasformazioni” i partecipanti hanno dibattuto temi come la scienza nel progetto socialista, sfide dell’ecosistema in Cuba, continuità nella gioventù e la recrudescenza della politica ostile di Washington contro L’Avana. 
 
Ig/joe

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