A mezzogiorno, centinaia di manifestanti si sono riuniti di fronte alla sede dei Tribunali per andare fino all’antico Congresso Nazionale a reclamare ai parlamentari la sospensione dei progetti di legge che pretende spingere il governo.
Intanto, gruppi di studenti si sono manifestati lungo la Alameda in direzione della Piazza Baquedano, dove alla 17.00 ora locale, è prevista una concentrazione di decine di migliaia di persone per essere stata indetta quella che dovrebbe essere una delle manifestazioni più grandi da quando è incominciata l’esplosione sociale il 18 ottobre scorso, contro il modello neoliberale del governo.
Frattanto, la Alameda è stata circondata da centinaia di tassisti con le loro macchine, ed i loro dirigenti sindacali sono arrivati fino al palazzo de La Moneda dove hanno consegnato una lettera diretta a Piñera nella quale espongono una serie di richieste salariali e la dimissione della ministra dei trasporti, Gloria Hutt.
Inoltre, Prensa Latina ha potuto comprovare che numerosi uffici governativi si trovavano chiusi al pubblico, in compimento della convocazione della Confederazione Nazionale degli Impiegati Fiscali (Conaef) che, insieme ad altre corporazioni, ha convocato ad uno sciopero nazionale lunedì e martedì.
Tra i manifestanti, i funzionari della salute reclamano miglioramenti negli ospedali pubblici che, come hanno denunciato, per mancanza di presupposto non hanno i prodotti di base necessari per offrire un’adeguata attenzione medica.
Durante la mattina c’è stata la consegna di una lettera nel palazzo de La Moneda, da parte degli attivisti internazionali dei diritti umani Rigoberta Menchù, premio Nobel della Pace 1992, e Guillermo Whpey, presidente della Fondazione per la Democrazia.
Nel testo ambedue hanno denunciato la violazione sistematica dei diritti umani nel paese da parte delle forze militari e della polizia, con una smisurata repressione delle manifestazioni pacifiche della cittadinanza, mentre esige i suoi diritti.
In marce e manifestazioni, i partecipanti esigono una nuova Costituzione per Cile, che garantisca per tutti i diritti alla salute ed all’educazione, e dei servizi di base come acqua, energia e trasporti con prezzi giusti, salari e pensioni degni e la nazionalizzazione di risorse naturali come il litio.
Poi, c’è la gran convocazione per le 17.00 ore a Santiago ed in altre città, di un cacerolazo nazionale per le 20.00 ore per esigere al governo la realizzazione di cambiamenti profondi e risposte concrete ed immediate alle esigenze sociali.
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