venerdì 26 Luglio 2024
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Parlamentarie boliviane denunciano la violenza dei gruppi di opposizione

La Paz, 7 nov (Prensa Latina) Deputate e senatrici della Bolivia hanno ripudiato le aggressioni dei gruppi di scontro oppositori contro donne e funzionari del governo. 

 
In una conferenza stampa, le parlamentari hanno proiettato un video della violenza esercitata dal gruppo di destra Resistenza Cochala contro la sindaca del municipio di Vinto, provincia Quillacollo, nel dipartimento di Cochabamba, Patricia Arce, e di altre compagne che si manifestavano pacificamente con bambini in quella città. 
 
Patricia Arce, dopo essere trattenuta con la forza da persone col viso coperto, è stata trasportata fino all’angolo di Huayculli, le hanno tagliato i capelli, le hanno coperto il volto con terra e vernice, prima di essere riscattata poi dalla polizia. 
 
“È intollerabile l’umiliazione, la violenza ed ogni atto che danneggi l’integrità di una donna”, ha manifestato da parte sua il Servizio Plurinazionale della Donna che ha annunciato che svolgerà le azioni necessarie “per punire i responsabili dell’imperdonabile fatto e per proteggere la vittima.” 
 
Sempre a Cochabamba, migliaia di donne contadine delle 16 province erano in una manifestazione pacifica contro l’odio ed il razzismo della destra politica, quando lo stesso gruppo fascista, le ha intercettate e le ha attaccate. 
 
Un gruppo di persone armate con pali ed altri oggetti contundenti hanno preso in ostaggio tre donne indigene che si dirigevano alla manifestazione, e le hanno obbligate a camminare verso una zona sconosciuta, ha detto all’Agenzia Boliviana di Informazione il segretario esecutivo della Federazione Sindacale dei Lavoratori Contadini, Jonny Pardo. 
 
D’altra parte, i fascisti hanno sequestrato l’ex viceministro di Interculturalità ed ex dirigente della Confederazione Sindacale Unica dei Lavoratori Contadini della Bolivia (CSUTCB) Feliciano Vegamonte e, secondo un video pubblicato nelle reti sociali, l’hanno obbligato ad inginocchiarsi ed a chiedere perdono. 
 
Altri manifestanti oppositori con maschere, esplosivi, pietre e scudi sono entrati nel comune di Vinto, hanno obbligato il personale ad abbandonare i loro posti di lavoro ed hanno bruciato gli uffici. 
 
Il ministro di Salute della Bolivia, Gabriela Montaño, ha denunciato che gruppi vandalici diretti dall’opposizione hanno causato danni gravi a casa sua, ed ha sentenziato che questa non è la via per trovare una soluzione ai problemi.  
 
Ieri, col pretesto di un’occupazione pacifica hanno attaccato le case del vicepresidente Alvaro Garcia Linera, del ministro di Governo, Carlos Romero, e di altri funzionari del governo, tra gli altri, e con casseruole e lo strepito di petardi hanno cercato di generare panico nei familiari di queste autorità.  
 
Bolivia vive la sua 18ºgiornata di proteste da quando il candidato perdente per Comunidad Ciudadana (CC) Carlos Mesa, prima della chiusura del calcolo finale dei suffragi ha seminato il dubbio di una frode, senza presentare prove reali, fino ad ora. 
 
La situazione è diventata più complicata con la determinazione lunedì nella notte del capo del Comitato Civico Pro Santa Cruz, Luis Fernando Camacho, che ha esaltato che bisogna applicare ancora più violenza. 
 
Ig/znc

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