venerdì 26 Luglio 2024
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Cuba: medici e scientifici nel loro lavoro quotidiano per l’umanità

La medicina latinoamericana, che celebra il suo giorno ogni 3 dicembre in omaggio alla nascita del sapiente cubano Carlos Juan Finlay, arriva oggi ad un centinaio di paesi grazie al lavoro disinteressato dei medici e dei tecnici cubani e di altre nazioni. 

 
Cuba, dove rimasero solo tre mila medici per curare i problemi di salute della popolazione al trionfare la Rivoluzione nel 1959, conta attualmente con più di 100 mila dottori attivi, con una proporzione di nove per ogni mille abitanti, la più alta della storia. 
 
Per il personale della salute – medici, stomatologi, infermieri, tecnici specializzati- il sorriso di un bambino o la gratitudine di una famiglia, costituiscono il migliore premio per le ore di insonnia e consacrazione dedicate a guarire la popolazione nel loro paese e fuori dalle sue frontiere. 
 
Dal primo contingente medico che offrì il suo appoggio solidale in Algeria nel 1963, centinaia di migliaia di professionisti di questo settore hanno dato innumerabili dimostrazioni di sacrificio e consacrazione. Vestiti con i loro camici bianchi, molte volte zaino in spalla, montati in cavalli o attraversando fiumi in piena con scialuppe leggere, portano il loro conoscimento in maniera gratuita nei posti più lontani dalle città e di difficile accesso. 
 
Non cercano ricchezze, bensì il compimento rispettabile di accordi di cooperazione sottoscritti da L’Avana con altre nazioni in situazioni normali, o in momenti di contingenze, come disastri naturali. 
 
Con l’obiettivo di aiutare ad altre popolazioni in momenti di angoscia, è stato creato nel 2005, per iniziativa del leader storico della Rivoluzione cubana, Fidel Castro, il Contingente Internazionale di Medici Specializzati in situazioni di Disastri e Gravi Epidemie “Henry Reeve”, integrato da specialisti con una profonda vocazione umanista. 
 
Il personale di salute cubano è stato in eventi di grandi proporzioni accaduti in Pakistan, Venezuela, Ecuador, ed alcune nazioni centroamericane. Hanno lavorato anche nel combattimento dell’epidemia di colera che seguì al terremoto che lasciò in rovine l’impoverita Haiti nel 2010; ed il confronto all’epidemia di ebola in Africa Occidentale, in ottobre del 2014 in Sierra Leone, Liberia e Guinea. 
 
D’accordo con Josè Angel Portal, ministro di Salute Pubblica, oggi sono circa 234 mila i professionisti dei differenti rami delle scienze mediche che lavorano in più di 13 mila istituzioni sanitarie di Cuba, quelli che garantiscono la salute con la loro elevata preparazione scientifica e tecnica, tanto nel loro paese come all’estero. 
 
Con la missione di offrire le loro esperienze, guarire, trasmettere allegria e desiderio di vivere, hanno servito milioni di pazienti in paesi di praticamente tutti i continenti, dove la loro presenza è diventata quasi imprescindibile, non solo come medici generali integrali, bensì in altre aree specializzate di somma importanza, come la ginecologia, l’oftalmologia e l’attenzione prenatale. 
 
Ognuno di loro ha la sua propria storia da raccontare, vissuti unici ed irripetibili, difficili da dimenticare, perché hanno condiviso per anni con grandi popolazioni di persone povere, in luoghi dove non c’è elettricità, né l’acqua potabile, né esisteva, prima del loro arrivo, il più minimo controllo sanitario. 
 
Elam: medici per il paese 
 
Durante la sua vita, Fidel Castro ha offerto infinite dimostrazioni del suo umanesimo e della sua convinzione che la giustizia sociale deve essere sulla base dell’uguaglianza. 
 
Del suo impegno per migliorare le condizioni di vita dei popoli, ed in questione la sua preoccupazione per l’accesso ai servizi di salute delle popolazioni umili, nacque l’idea da fondare una Scuola Latinoamericana di Medicina a Cuba, dove si sono laureati 29.749 medici di 115 paesi, dalla sua inaugurazione il 15 novembre 1999. 
 
Del suo sogno di creare un’istituzione con questo fine, se ne parla per la prima volta nel 1998 dopo il passaggio in America Centrale dell’uragano Mitch, considerato uno dei quattro più forti accaduti nel XX secolo, che Fidel ha considerato “un vero mostro”, e la cui traiettoria ha seguito con interesse, insieme ai meteorologi. 
 
Preoccupato per la distruzione causata da questo fenomeno naturale in Honduras, Nicaragua, ed in altre nazioni povere dell’America Latina e dei Caraibi, ha considerato un dovere elementare appoggiare questi territori, dove si sono calcolate più di 30 mila vittime, tra morti e scomparsi. 
 
Nella chiusura del XII Forum Nazionale di Scienza e Tecnica, effettuato il 21 novembre 1998 a L’Avana, Fidel ha reso noto che la nazione caraibica aveva offerto l’invio di due mila medici volontari per assistere le vittime ed ha parlato del programma di formazione dei medici centroamericani sull’isola. 
 
Con la sua illustre visione e cosciente dei milioni di esseri umani che erano privati dell’accesso nel mondo ai servizi di salute, gratuiti e con qualità, ha concepito la creazione di questa scuola come una modesta contribuzione dell’isola affinché i giovani, una volta laureati, prestassero servizio nei luoghi più lontani e poveri dei loro paesi. 
 
I laureati di questo centro di alti studi, che quest’anno ha compiuto 20 anni di fondazione, hanno appoggiato il lavoro dei medici cubani su differenti disastri naturali in Haiti, Messico, Guatemala, Cile e nell’Amazzonia. 
 
I laureati dell’Elam si sono inseriti nelle brigate mediche dell’Operazione Miracolo, un programma sociale per curare le persone con problemi visuali, ideato dai leader già scomparsi di Cuba e del Venezuela, Fidel Castro e Hugo Chavez, rispettivamente. 
 
Scienza cubana percorre il mondo 
 
Nonostante il bloqueo economico, commerciale e finanziario applicato dagli Stati Uniti durante quasi sei decadi, Cuba, tuttavia, è uno dei leader mondiali in quanto a sviluppi scientifici, e tutto ciò si è potuto ottenere grazie ad un personale qualificato, impegnato e devoto allo sviluppo dell’industria nell’area della salute per alleviare la sofferenza umana. 
 
Questa responsabilità ricade nel gruppo delle industrie biotecnologica e farmaceutica, Biocubafarma, che tributa un numero significativo di medicine, provvede macchinari avanzati di diagnosi e trattamento del cancro. I suoi vaccini sono contro malattie infettive, oncologiche, cardiovascolari, indisposizioni risultanti dal diabete, tra le altre patologie. 
 
I risultati ottenuti beneficano non solo i pazienti dell’isola. Tale è il caso del Heberprot-P, sviluppato da esperti del Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologia per la cicatrizzazione di ulcere complesse del piede diabetico, medicinale unico al mondo, capace di evitare l’amputazione del piede. 
 
Un’altra fabbricazione esportabile è il vaccino terapeutico contro il cancro di polmone CIMAvax-EGF, che ostacola la crescita delle cellule maligne nei pazienti in tappe avanzate e prolunga la vita; un altro vaccino contro i meningococco B e C, ed il Policosanol (PPG), una medicina naturale per diminuire il colesterolo, elaborato a partire dalla cera della canna da zucchero. 
 
Attualmente, il gruppo imprenditoriale Biocubafarma esporta verso circa 50 paesi, la maggioranza nel continente americano, ad eccezione degli Stati Uniti, dove titoli delle leggi del bloqueo, implementati dalle successive amministrazioni ostacolano l’acquisizione dei nuovi prodotti medici. 
 
Uno dei più recenti riconoscimenti alla nazione antillana è stato il mese scorso, quando la Società di Chirurgia dell’Etiopia ha concesso il Premio dell’Anno a Cuba, per la sua contribuzione allo sviluppo del servizio di chirurgia e l’addestramento di professionisti della salute di questa nazione africana. 
 
 
Mariela Perez Valenzuela, editrice di Pubblicazioni di Prensa Latina 

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