D’accordo col monitoraggio della Difesa, fino al 31 ottobre 2019, si sono presentati 118 casi di assassinato. Ci troviamo nel processo di verifica di circa 15 casi addizionali che si sono presentati tra novembre e dicembre del 2019, ha precisato.
Negret ha enfatizzato che sono circa 555 gli omicidi negli ultimi quattro anni “che lasciano una profonda ferita nei diritti umani e nella democrazia della Colombia.”
Mi preoccupa specialmente il caso del dipartimento di Putumayo, dove stanno facendo pressioni sulle donne che dirigono cause come la sostituzione volontaria di coltivazioni di uso illecito e che si sono opposte alla presenza di attori armati nei loro territori, ha sottolineato.
A suo giudizio, “una soluzione per frenare la violenza contro i difensori dei diritti umani e dei leader sociali, e’ nelle autorità statali, che devono agire con celerità e diligenza.”
Differenti fonti coincidono in che, nei pochi giorni trascorsi dell’anno in corso, sono stati assassinati già 20 leader sociali nel paese.
Alla fine di dicembre scorso, il procuratore Generale della Nazione, Fernando Carrillo, ha fatto un appello per fermare quello che ha denominato un assassinio sistematico dei leader sociali.
Praticamente ogni giorno, la violenza è notizia nella realtà colombiana perché si succedono continuamente minacce, attentati, sequestri ed assassinati.
Tutto ciò accade ad oltre tre anni dalla firma dell’Accordo di Pace, tra lo Stato e l’ex guerriglia FARC-EP ed a 17 mesi dell’arrivo alla Casa di Nariño (sede dellala Presidenza) di Ivan Duque.
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