Nello stesso luogo dove nel 1881 è venuto Martì a rendere tributo ad El Libertador de America, si è riunito questo martedì il corpo diplomatico dell’isola ed alcuni funzionari del Governo bolivariano, per commemorare la ricorrenza.
Nella cerimonia solenne hanno depositato un’offerta floreale alla base della statua equestre di Bolivar a nome del popolo cubano.
Ignacio Barreto, viceministro di Cultura del Venezuela, ha spiegato a Prensa Latina che ogni anno in queste date si rende omaggio a Martì, perché è inoltre un promemoria dei nessi infrangibili che uniscono entrambi i paesi.
“La sua opera trascende in questa nazione. Il pensiero ‘martiano’ è una cammino da seguire per tutti i rivoluzionari d’America, è la guida per valutare i nostri passi”, ha dichiarato.
In questi momenti, ha assicurato, in cui entrambi i paesi sono vittime della politica ostile degli Stati Uniti, gli ideali di Martì e Bolivar ci sostengono per proseguire ed affrontare l’imperialismo.
Da parte sua l’associato culturale dell’ambasciata di Cuba in Venezuela, Carlos Llera, ha risaltato la trascendenza di questo incontro ed espresse la sua gratitudine al popolo ed al Governo bolivariano per l’omaggio all’Eroe Nazionale.
Llera ha ricordato che l’unione del pensiero “latinoamericanista” ed antimperialista di entrambi gli eroi sono il sostentamento delle due Rivoluzioni ed una ragione per l’unità.
Martì è rimasto solo sei mesi in queste terre, ma il suo lavoro è stato intenso.
Qui ha fondato la Rivista Venezuelana, ha impartito classi di oratoria e letteratura nella Scuola Santa Maria della capitale, ed ha cominciato a scrivere la sua opera “Ismaelillo”, dedicata a suo figlio.
“Mi dia Venezuela in che cosa servirla: lei ha in me un figlio”, è senza dubbio l’espressione più famosa dell’impegno di Martì con questa nazione e con Bolivar.
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