mercoledì 19 Febbraio 2025
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Allertano che gli USA cercano di blindare i servizi di Intelligenza con Assange

Londra, 24 feb (Prensa Latina) Il giudice spagnolo Baltazar Garzon ha affermato che gli Stati Uniti pretendono utilizzare il caso del fondatore di Wikileaks, Julian Assange, per proteggere i suoi servizi di Intelligenza contro la pubblicazione di informazioni confidenziali. 

 
È tremendo, gli Stati Uniti stanno blindando i loro servizi di Intelligenza di fronte alla possibilità che un giornalista diffonda informazioni, ha affermato l’avvocato spagnolo in un recesso del giudizio di estradizione di Assange, che è cominciato questo lunedì in un tribunale del sudest di Londra. 
 
Secondo Garzon, che dirige la squadra internazionale di avvocati a carico della difesa del giornalista australiano, quello che pretende il governo statunitense è una pazzia. 
 
Se ricevi e diffondi informazioni, allora eri spia per tutta l’umanità?, si è chiesto il famoso giurista, che considera tutto il processo come un attacco alla libertà di espressione e che ricerca proteggere solo i diritti degli Stati Uniti. 
 
Assange è comparso questo lunedì all’apertura del giudizio, nel quale la giudice del distretto Vanessa Baraitser deciderà se accede alla petizione di estradizione presentata dalla procura statunitense, che l’accusa di cospirazione per commettere spionaggio, pirateria informatica ed altre 16 incriminazioni in più che implicano una sentenza di 175 anni di carcere in totale. 
 
Il fondatore di Wikileaks, che è arrestato da aprile scorso nel carcere di Belmarsh, contiguo al tribunale, ha ascoltato gli argomenti dei pubblici ministeri dal banco degli accusati, ed è potuto intervenire solo per dire il suo nome e la sua età. 
 
La parte denunciante ha affermato che Assange non è richiesto dalla giustizia statunitense per divulgare gli archivi segreti che gli aveva passato l’ex analista dell’esercito Chelsea Manning, ma bensì per mettere in pericolo la vita degli informatori menzionati nei documenti. 
 
Il pubblico ministero statunitense James Lewis ha ammesso, nonostante, di non avere prove che qualcuno degli informatori sia stato pregiudicato come risultato delle filtrazioni, fatto che per l’attuale direttore di Wikileaks, Kristinn Hrafnsson, è una dimostrazione che si tratta di un caso politico per castigare i giornalisti. 
 
Qui non è Assange che sta nel banco degli accusati, bensì il giornalismo e la libertà di stampa, ha affermato Hrafnsson durante uno dei recessi del processo, che si estenderà fino al prossimo venerdì, e dopo si riannoderà il 18 maggio. 
 
 
Ig/nm 

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