Tale è il caso della campagna di immunizzazione contro la poliomielite, malattia eliminata nel paese dal 1963 quando si è registrato l’ultimo caso, grazie ad una copertura del 99,5% di tutti i bambini di un mese di vita, un indicatore che ha sostenuto nel tempo fino ad oggi.
Le dottoresse Sonia Resik e Belkis Galindo, specialiste in microbiologia ed epidemiologia, rispettivamente, dell’Istituto di Medicina Tropicale Pedro Kourì, hanno spiegato alla stampa l’efficacia dei vaccini utilizzati in due cicli, per via orale ed intradermica, la loro effettività ed il loro appoggio al Programma Mondiale di Sradicamento della Poliomielite.
Hanno detto che questo elevato livello di immunizzazione funziona per la volontà politica dello Stato cubano nell’applicare una vaccinazione, nella quale tutti i bambini devono ricevere la dose corrispondente poiché è la forma di proteggerli per tutta la vita di fronte alla possibilità di una disabilità.
La poliomielite è una malattia infetto-contagiosa che colpisce il sistema nervoso centrale, può causare infiammazione del cervello e dei neuroni motori del midollo spinale generando atrofia muscolare, paralisi, deformità e perfino la morte.
Entrambe le dottoresse hanno confermato l’effettività del vaccino distribuito, protetto da ricerche di alto livello scientifico realizzate nel paese che, perfino, hanno contribuito a fare cambiamenti nelle politiche mondiali di vaccinazione contro questa patologia.
Dal 1962 fino alla data, l’isola ha somministrato 856 milioni 700 mila dosi del vaccino orale, fatto che significa che tutta la popolazione cubana con meno di 72 anni è protetta contro la poliomielite, azioni che in molte parti del mondo sono trascurate.
Al rispetto, hanno sottolineato l’aumento dei movimenti anti-vaccino a livello internazionale che per ragioni religiose, culturali, politiche ed economiche demonizzano la credibilità e l’effettività dell’immunizzazione mediante la distorsione ed informazioni false che si trovano in moltissime pagine web in internet.
Ig/crc