venerdì 26 Luglio 2024
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Risorge in Italia dibattito sul Meccanismo Europeo di Stabilità (MES)

Nella ricerca di varianti per superare l'impatto economico del COVID-19 in Italia, riappare in questo paese la polemica intorno al Meccanismo Europeo di Stabilità (MES). 

 
Sorto in ottobre del 2012 come successore ed accompagnatore del Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria, sorto a sua volta nel 2010 a causa della crisi del debito sovrano europeo, il MES si nutre di fondi apportati dalle 19 nazioni dell’area monetaria comune per soccorrerli in situazioni di crisi severa. 
 
Come spiega questo organismo nel suo sito web istituzionale, l’assistenza si offre solo se esiste una necessità comprovata di salvaguardare la stabilità finanziaria dello zona euro e dei suoi paesi membri, come è accaduto in vari casi, e per questo dispone di strumenti differenti. 
 
Alcuni mesi fa, si è sviluppata nel parlamento italiano una controversia sulla riforma del MES incorniciata, secondo l’entità, nel rinvigorimento dell’Unione Economica e Monetaria sul quale lavora l’Eurogruppo, integrato dai ministri di Economia e delle Finanze dei paesi dello zona euro. 
 
Gli attacchi più duri contro gli aspetti contenuti nella modificazione, considerandoli lesivi all’interesse nazionale e la gestione del primo ministro, Giuseppe Conte, sono arrivati specialmente dai principali partiti di destra Fratelli d’Italia e la Lega. 
 
A quelle critiche si sono unite le obiezioni del Movimento 5 Stelle (M5S) e Liberi ed Uguali (LeU), risolte mediante un avvicinamento di posizioni col Partito Democratico (PD) e l’Italia Viva (IV), gli altri due soci nella coalizione di governo. 
 
Il dibattito si incentra ora sull’idea esposta da Conte, in un’intervista sulla pubblicazione britannica Financial Times, sulla possibilità che il MES metta a disposizione dei suoi membri una linea di credito per aiutarli a combattere le conseguenze dell’epidemia. 
 
Secondo precisioni posteriori realizzate da fonti anonime del governo, citate da vari mezzi, si può pensare perfino all’utilizzo delle risorse del MES come una specie di fondo coronavirus, “senza condizionamenti presenti o futuri”. 
 
La proposta di Conte, simultanea con la decisione della Commissione Europea di eliminare temporaneamente l’esigenza del Patto di Stabilità e Crescita rispetto al limite massimo di un 3% del deficit fiscale di ogni paese, è stata respinta da fattori dell’opposizione e dello stesso governo. 
 
Dalla destra, ha alzato la sua voce il leader della Lega, Matteo Salvini, che in un messaggio pubblicato attraverso il suo account in Twitter ha detto che ricorrere al MES sarebbe mettere Italia in un “tunnel di lacrime e sangue”. 
 
Da parte sua, il capo politico del M5S, Vito Crimi, ha scartato la possibilità di giungere ad un accordo senza condizioni col MES ed espresse in dichiarazioni ad una radio locale che qualsiasi iniziativa intrapresa nel contesto europeo deve rifiutare il suo utilizzo. 
 
In un altro senso, ha affermato, tra gli altri, l’ex ministro di Giustizia e dirigente del PD, Andrea Orlando, che ha osservato, secondo l’agenzia Agi che è una proposta su cui si devono fare molte riflessioni, perché si tratta, in essenza, di investire nelle aziende e nelle famiglie, i fondi previsti dal MES per le banche. 
 
Secondo i suoi statuti, il MES può realizzare pagamenti mediante sei modalità specifiche previo compimento, in tutti i casi, di condizioni da parte dei recettori sottomessi ad un sistema di monitoraggio fino alla conclusione dell’accordo. 
 
Gli strumenti a disposizione del meccanismo includono prestiti per programmi macroeconomici di aggiustamenti; acquisti di buoni del tesoro in mercati primari e secondari; linee di credito preventive; e prestiti per la ricapitalizzazione indiretta di banche e diretta di istituzioni. 
 
Analisti ricordano, tuttavia, che per ottenere quanto esposto da Conte dovranno cambiare le regole operative del sistema di assistenza finanziaria, per questo sarà necessario vincere la tradizionale opposizione dei paesi nordici e centro-europei, riluttanti a concessioni di questo tipo per favorire i paesi del sud. 
 
Sottolineano, tuttavia, che in questa occasione si affrontano ad una situazione di emergenza senza precedenti dalla II Guerra Mondiale (1939-1945), nella quale dalla sorta di uno dipenderà quella di tutti. 
 
Frank Gonzalez, corrispondente di Prensa Latina in Italia 

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