“La sentenza dello storico giudizio ‘Sottozona 15’ in Mar del Plata ha portato venti di giustizia: 28 perpetue, pene tra 7 e 25 anni. Il sorso amaro: cinque assoluzioni. Sentenza contro genocida”, ha scritto nel suo account ufficiale in twitter l’Associazione Abuelas de Plaza de Mayo dopo aver conosciuto la notizia.
Dopo due anni di lotta, il 28 aprile 2020 i giudici hanno dettato inoltre varie condanne tra sette e 25 anni di reclusione ad altri sette accusati, un altro dei tanti casi atroci commessi durante una delle epoche più oscure dell’Argentina, le cui ferite rimangono aperte.
Si tratta di delitti perpetrati nella chiamata “Sottozona 15”, un’area di operazioni delle forze della repressione, con asse nella città di Mar del Plata e nei suoi dintorni.
È stata la prima sentenza dettata in un giudizio di questo tipo in tempi di isolamento obbligatorio, fatto che ha ostacolato i familiari delle vittime ad assistere all’udienza finale.
I giudici Roberto Falcone, Mario Portela e Martin Bava hanno giudicato in totale 40 accusati per 272 delitti, tra questi 35 ex integranti dell’Esercito, della Forza Aerea, dell’Armata, della Prefettura e della Polizia.
In totale, delle 272 vittime, 133 si trovano in questa triste e lunga lista di 30 mila desaparecidos durante la dittatura, 28 sono stati incontrati morti e 111 sono stati liberati dopo essere stati fermati illegalmente.
Secondo mezzi di stampa locali, il Tribunale ha ascoltato solamente due dei 40 accusati che hanno chiesto la parola in questo giudizio, tra loro Gonzalo Gomez Centurion, condannato a 12 anni di prigione.
Le Abuelas de Plaza de Mayo che lottano insieme ad altri organismi di diritti umani perché i genocidi paghino per i loro crimini, avevano precisato che la causa “Sottozona 15” includeva i casi di otto donne in gravidanza.
Quattro degli otto bambini nati in cattività sono stati restituiti mentre agli altri quattro continuano ad essere cercati dalle Abuelas de Plaza de Mayo.
Il giudizio è cominciato in aprile del 2018, con un totale di 43 accusati e si centrò in 272 fatti commessi dentro l’ambito giurisdizionale, come i centri clandestini di detenzione di Mare del Plata, conosciuti come La Cueva e la Base Naval.
Ig/may