venerdì 26 Luglio 2024
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Minaccia governativa conferma appoggio alla cupola militare in Bolivia

La minaccia governativa di imprigionare i parlamentari boliviani per aver offeso i comandi militari, ha confermato l'appoggio del regime all'ultimatum di stile golpista della cupola castrense contro il potere legislativo. 

 
La minaccia della prigione è stata lanciata ieri dal ministro dell’Interno, Arturo Murillo, dopo il rifiuto del Senato, al termine di una settimana, data come tempo limite dal capo delle forze armate, generale Carlos Orellana, affinché approvi le promozioni dei più alti gradi militari. 
 
Murillo ha definito la posizione del governo dopo il rifiuto generalizzato all’irruzione, giovedì scorso, di un gruppo di militari diretti dal capo delle forze armate, generale Carlos Orellana, nel Congresso, dove ha consegnato una lettera ultimatum di una settimana affinché il Senato approvi senza cambiamenti la lista delle promozioni 
 
L’ex presidente Evo Morales, in un messaggio in Twitter, si è chiesto, dopo la minaccia di Murillo ed il suo avallo all’irruzione castrense nell’Assemblea Legislativa: “è stato il governo de facto che ha inviato la cupola delle forze armate a dare un ultimatum di sette giorni ai deputati ed ai senatori?”. 
 
Murillo è stato molto esplicito, perché ha detto che, resistendo alle pressioni castrensi, il Senato “sta commettendo un grave delitto”, di inadempimento perché “devono solamente approvare le promozioni, non devono rivedere nulla, unicamente approvare”. 
 
“Devono sapere che sono perseguibili per inadempimento di doveri, e magari andare in carcere. Attenzione, poi quando domani saranno in carcere non dicano che è persecuzione politica”, ha aggiunto. 
 
La minaccia è stata respinta dalla presidentessa del Senato, Eva Copa, che ha detto che la camera si prenderà il tempo necessario per la decisione sulla lista delle promozioni presentata dalla presidenta immaginaria, Jeanine Añez. 
 
Giorni fa, Copa ha denunciato possibili preparativi di un auto-golpe per chiudere il parlamento, dove ha una maggioranza ampia il Movimento al Socialismo (MAS), di Evo Morales, davanti al deterioramento del governo de facto per scandali di corruzione ed altri fattori. 
 
Da parte sua, il senatore Paul Aguilar ha denunciato che le promozioni presentate dalla Añez al Senato vogliono l’impunità dei militari davanti alle investigazioni sul massacro di più di 30 manifestanti contro il golpe nelle località di El Alto, Ovejuyo e Senkata. 
 
Il quotidiano “La Estrella del Oriente”, della città orientale di Santa Cruz, segnala che l’elenco delle promozioni elaborato secondo i procedimenti legali per ognuna delle tre armi, è stato modificato dal governo prima che Añez lo presentasse al Senato. 
 
Il giornale pensa che, trascorso il termine dato da Orellana, la Camera Alta non si sottometterà ai suoi dettami ed a quelli del governo e si chiede cosa faranno i militari e, tra le possibilità, c’è anche un golpe militare. 
 
Fa notare che se l’atteggiamento militare va oltre ad una bravata, purtroppo ci sarà il rischio che ritornino ad insanguinare il paese. 
 
“Bisogna ricordare che i militari responsabili del massacro del 2003 (sotto il governo neoliberale di Gonzalo Sanchez de Lozada) affrontano pene di fino a 30 anni di carcere, e che i più alti comandi del golpe del 1980 sono morti in prigione”, conclude. 

Manuel Robles Sosa, giornalista di Prensa Latina

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