venerdì 26 Luglio 2024
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Frida Kahlo: una vita intensamente sofferta

Il 6 luglio si sono compiuti 113 anni dalla nascita di Frida Khalo, una delle donne messicane più illustri, con un’esistenza intensa e controversa. 

 
La sua vita, terminata in mezzo all’angoscia ed all’agonia a 47 anni, è trascorsa, dalla sua infanzia, come le tragedie greche e l’edonismo pagano romano, tra il dolore ed il piacere. 
 
Il destino le ha giocato brutti scherzi. A sei anni si è ammalata di poliomielite, che ha colpito la sua gamba destra, ma ha saputo superare l’impatto emozionale, soprattutto nell’adolescenza. 
 
Questo è stato il suo primo contatto col dolore. Suo padre ed alcuni medici l’incoraggiavano a fare esercizio e lei ha cominciato a giocare a calcio, sport esclusivo degli uomini. Questa elezione dimostra che già da ragazza aveva un temperamento molto solido che sfida già da giovane il ruolo tradizionale della donna. 
 
Nonostante l’amarezza per questa deformazione, è stata una giovane attiva, gioviale, innamorata, ribelle, di linguaggio scintillante, intelligente, con dominio dell’inglese e del tedesco, irrequieta e semplice, fino a che un fatidico giovedì 17 settembre 1925, con appena 18 anni, uno scontro tra l’autobus in cui viaggiava ed un tram, l’ha marcata per tutta la vita. 
 
A partire da quel giorno, Frida ha subito più di 30 operazioni chirurgiche, compresi nei suoi ultimi tempi quando non le rimase nessun altra alternativa che sacrificare la gamba malata sotto il ginocchio, per ostacolare che una cancrena l’ammazzasse. 
 
La sua tortuosa esistenza dal punto di vista fisico, psicologico ed emozionale l’ha compensata con la sua interezza spirituale, la sua arte e la vita che ha scelto, che ha goduto a modo suo, nonostante abbia dovuto usare 25 busti per correggere la sua posizione. 
 
Frida ha conosciuto l’amore in molte maniere, fisicamente e spiritualmente, dentro e fuori dalle norme sociali, censurata o applaudita, e la pittura è stata il suo gran rifugio nei momenti di maggiore depressione o massima allegria. 
 
Per tre occasioni ha cercato di essere madre, tutte le volte con Diego Rivera, marito e complice di avventure e sventure extra matrimoniali, ma purtroppo tutte sono terminate con un aborto. 
 
Julio Antonio Mella e Tina Modotti sono stati l’anello tra lei e Diego, perché ha conosciuto il muralista grazie al patriota cubano. Tutti erano comunisti, includendo Frida, e questo è stato l’ambiente che ha propiziato l’unione. La sua pittura riflette questo universo complesso della sua breve vita, ed in qualche modo anche quella di Diego. 
 
La sua opera è considerata da alcuni dei suoi amici e critici come un’autobiografia plastica, una visione abbastanza vicina alla sua realtà. 
 
“Frida troverà nella pittura una via di sopravvivenza ed espressione di questi dolorosi episodi biografici, nei quali intreccia la crudezza con l’espiazione e dove convergono gli affluenti dell’onirico e dello simbolico”, spiega uno dei suoi biografi, Gerardo Ochoa. 
 
Oggi, i suoi quadri si vendono in aste per vari milioni di dollari, e si trovano nelle gallerie delle città culturali più importanti del mondo, ed è considerata come una delle pittrici più famose della storia. 
 
 
 Luis Manuel Arce, corrispondente di Prensa Latina in Messico

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