D’accordo con l’Unione Nazionale degli Studenti dell’Educazione Superiore, alzeranno questo giorno la loro voce contro l’assassinio di giovani, bambini, contadini, indigeni, leader sociali, ex combattenti ed il silenzio totale del governo davanti a questi fatti.
Alla manifestazione si uniscono già diversi settori del paese, stanchi della violenza, tra loro altri collettivi studenteschi, i Comitati Dipartimentali dello Sciopero Nazionale conformati in novembre dell’anno scorso, fatto che dimostra che il popolo ha bisogno di protestare contro la persistente violenza, segnala l’organizzazione.
I manifestanti compiono i protocolli di biosicurezza per minimizzare il rischio di contagio della COVID-19, come parte della convocazione per queste manifestazioni.
Nel Centro di Memoria a Bogotà, cominciano a riunirsi i manifestanti con striscioni nei quali si possono leggere frasi come “se rimaniamo in silenzio ci uccidono”.
Inoltre, un gruppo di indigeni bloccano la via Panamericana nel settore del Pital, a Caldono, per la giornata nazionale di mobilitazioni #21A, in rifiuto all’assassinio di giovani e bambini, e contro le violazioni dei diritti umani ai popoli ancestrali da parte delle forze militari.
Analogamente, la Rete di donne giovani nel Centro di Memoria, Pace e Riconciliazione appoggiano il movimento Mai più guerra contro la gioventù, e si mobilitano anche contro i massacri ed assassini sistematici, per esigere giustizia.
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