giovedì 12 Dicembre 2024
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Cuba patrocina all’ONU per la solidarietà e la cooperazione di fronte alla pandemia

L’Avana, 22 set (Prensa Latina) Il presidente di Cuba, Miguel Diaz-Canel, è intervenuto oggi virtualmente nel segmento di alto livello dell'Assemblea Generale dell’ONU nel suo 75º periodo di sessioni.

Di seguito pubblichiamo l’intervento integrale del presidente cubano:

“Intervento del presidente della Repubblica di Cuba, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, nel Dibattito Generale del 75º periodo ordinario di sessioni dell’AGNU

Sig. Segretario Generale:
 
Sig. Presidente: 
 
Un’epidemia globale ha cambiato drasticamente la vita di tutti i giorni. Da un giorno all’altro, si contagiano milioni e muoiono migliaia di persone, la cui speranza di vita era superiore grazie allo sviluppo. Sistemi ospedalieri con prestazioni di alto livello sono collassati e le strutture della salute dei paesi poveri soffrono della loro incapacità cronica. Drastiche quarantene trasformano in lande virtuali le città più popolose. La vita sociale non esiste fuori dalle reti digitali. Teatri, discoteche, gallerie, perfino scuole, sono chiuse o ridimensionate.  
 
Le nostre frontiere si sono chiuse, le nostre economie si contraggono, le nostre riserve si esauriscono. La vita soffre il nuovo disegno radicale di abitudini ancestrali e l’incertezza rimpiazza la certezza. Perfino i migliori amici si ignorano sotto le mascherine che ci salvano dal contagio. Tutto cambia.  
 
Tanto quanto la soluzione alla pandemia, è urgente la democratizzazione di questa indispensabile Organizzazione, affinché risponda in maniera effettiva alle necessità ed aspirazioni di tutti i popoli.
 
Quell’anelato diritto dell’umanità a vivere in pace e sicurezza, con giustizia e libertà, base dell’unione delle nazioni, è minacciato costantemente.  
Più di 1,9 miliardi di dollari si dilapidano oggi in un’insensata corsa militarista sostenuta dalla politica aggressiva e guerrafondaia dell’imperialismo, il cui massimo esponente è l’attuale governo degli Stati Uniti, responsabile del 38 percento della spesa militare globale.  
 
Parliamo di un regime fortemente aggressivo e moralmente corrotto, che disprezza ed attacca il multilateralismo, usa il ricatto finanziario nella sua relazione con le agenzie del sistema delle Nazioni Unite e con una prepotenza mai vista prima si ritira dall’Organizzazione Mondiale della Salute, dall’Unesco e dal Consiglio dei Diritti Umani. 
 
Paradossalmente, il paese che alloggia la sede dell’ONU si allontana anche da trattati internazionali fondamentali, come l’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico; ripudia l’accordo nucleare consensuale con l’Iran; sponsorizza guerre commerciali; mette fine al suo impegno con strumenti internazionali di controllo nella sfera del disarmo; militarizza il ciberspazio; moltiplica la coercizione e le sanzioni unilaterali contro quelli che non si piegano ai suoi propositi e patrocina il rovesciamento con la forza di governi sovrani mediante metodi di guerra non convenzionale. 
 
In questa linea di comportamento, separato dai vecchi principi della coesistenza pacifica e dal rispetto al diritto altrui all’autodeterminazione come garante della pace, il governo presieduto da Donald Trump, inoltre, manipola con fini sovversivi la cooperazione nell’ambito della democrazia e dei diritti umani, mentre nel suo stesso territorio proliferano praticamente senza controllo, le espressioni di odio, razzismo, brutalità della polizia e le irregolarità del sistema elettorale ed il diritto al voto dei cittadini. 
 
È urgente rifondare le Nazioni Unite. Questa poderosa organizzazione che emerse dal costo milionario in vite di due guerre mondiali e come risultato della comprensione universale dell’importanza del dialogo, della negoziazione, della cooperazione e della legalità internazionale, non può più ritardare il suo aggiornamento, la sua democratizzazione e la sua ristrutturazione.  
 
Qualcosa di molto essenziale e profondo è fallito, quando si assiste quotidianamente e permanentemente alla violazione dei principi della Carta dell’ONU, e quando è sempre di più frequente l’uso o la minaccia dell’uso della forza nelle relazioni internazionali. 
 
Non c’è modo di sostenere ancora per più tempo, come se fosse qualcosa naturale ed inamovibile, un ordine internazionale disuguale, ingiusto ed antidemocratico, che antepone l’egoismo alla solidarietà e gli interessi meschini di una poderosa minoranza alle legittime aspirazioni di milioni di persone. 
 
Nonostante le insoddisfazioni e le richieste di trasformazione che, insieme ad altri stati ed a milioni di cittadini del mondo, esigiamo alle Nazioni Unite, la Rivoluzione cubana difenderà sempre l’esistenza dell’organismo al quale dobbiamo il poco, ma imprescindibile multilateralismo che sopravvive alla prepotenza imperiale.
 
Più di una volta, presso questo stesso forum, Cuba ha reiterato la sua volontà di cooperare con la democratizzazione dell’ONU e con la difesa della cooperazione internazionale che solo lei può salvare. Come ha detto il Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba, Generale dell’Esercito Raúl Castro Ruz, e cito: “La comunità internazionale potrà sempre contare sulla voce sincera di Cuba contro l’ingiustizia, la disuguaglianza, il sottosviluppo, la discriminazione e la manipolazione; e per l’instaurazione di un ordine internazionale più giusto ed equo nel cui centro si ubichi, realmente, l’essere umano, la sua dignità ed il suo benessere.” Fine della citazione. 
 
Sig. Presidente: 
 
Ritornando sulla gravità del momento attuale che molti attribuiscono unicamente alla pandemia della COVID-19, considero fondamentale far notare che il suo impatto oltrepassa abbondantemente l’ambito sanitario.  
Per le sue sequele nefaste, l’impressionante quantità di morti, il danno all’economia mondiale ed il deterioramento dei livelli di sviluppo sociale, l’espansione dell’epidemia negli ultimi mesi angoscia ed esaspera i leader ed i cittadini di praticamente tutte le nazioni.  
 
Ma la crisi multidimensionale che ha provocato dimostra chiaramente il profondo errore delle politiche disumane imposte ad oltranza dalla dittatura del mercato.  
Oggi siamo testimoni dolorosi del disastro al quale è stato condotto il mondo dal sistema irrazionale ed insostenibile di produzione e consumo del capitalismo, decadi di un ordine internazionale ingiusto e di applicazione di un duro e sfrenato neoliberalismo che ha aggravato le disuguaglianze e sacrificato il diritto allo sviluppo dei popoli.
  
A differenza del neoliberalismo escludente che separa e rifiuta milioni di esseri umani, condannandoli a sopravvivere con gli avanzi del banchetto dell’uno percento più ricco, il virus della COVID 19 non discrimina tra gli uni e gli altri, ma i suoi impatti devastatori economici e sociali saranno letali per i più vulnerabili, quelli con meno entrate, gli stessi nel mondo sottosviluppato che nei centri di povertà delle grandi città industrializzate. 
 
Secondo proiezioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), ai 690 milioni di persone che soffrivano la fame nel 2019, potrebbero sommarsi 130 milioni come conseguenza della recessione economica causata dalla pandemia. Studi dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) affermano che si sono persi più di 305 milioni di impieghi e che più di 1600 milioni di lavoratori vedono minacciati i loro mezzi di sussistenza. 
 
Non possiamo affrontare la COVID-19, la fame, la disoccupazione e la crescente disuguaglianza economica e sociale tra individui e tra paesi come fenomeni indipendenti. È urgente implementare politiche integrali in cui l’essere umano sia la priorità, e non i guadagni economici od i vantaggi politici.  
 
Sarebbe criminale lasciare per domani le decisioni di ieri e di oggi. È un imperativo spingere la solidarietà e la cooperazione internazionale per attenuare il colpo.  
Solo le Nazioni Unite, con la loro connessione universale, hanno l’autorità e la portata necessarie, per riprendere la lotta giusta per eliminare l’impagabile debito estero che, aggravato dagli effetti socioeconomici della pandemia, attenta contro la sopravvivenza dei popoli del Sud.
 
Sig. Presidente: 
 
L’apparizione del SARS-CoV-2 ed i primi indizi che minacciava di provocare una pandemia, non hanno trovato Cuba impreparata.  
Con l’esperienza di decadi di confronto contro epidemie terribili, alcune di queste deliberatamente introdotte come parte della guerra permanente contro il nostro progetto politico, si sono messe in pratica in maniera immediata un gruppo di misure sostenute nelle nostre capacità e forze fondamentali: uno Stato socialista organizzato, responsabile di proteggere la salute dei suoi cittadini, con capitale umano altamente qualificato ed una società con elevato grado di partecipazione popolare nell’adozione di decisioni e nella soluzione dei suoi problemi. 
 
L’applicazione di queste misure, insieme alla conoscenza accumulata in più di 60 anni di sforzi ingenti per creare e fortificare un sistema di salute di qualità e portata universale, come la ricerca e gli sviluppi scientifici, hanno permesso non solo di preservare il diritto alla salute di tutti i cittadini, senza eccezione, ma bensì anche di affrontare la pandemia in condizioni migliori. 
Ci siamo riusciti a dispetto delle dure restrizioni del prolungato blocco economico, commerciale e finanziario imposto dal governo degli Stati Uniti, inasprito brutalmente negli ultimi due anni, perfino in tempi di pandemia, come prova che quello è il componente essenziale della loro politica di ostilità verso Cuba. 
 
L’aggressività del blocco ha avuto un escalation ad un livello qualitativamente nuovo che rinforza la sua condizione di impedimento reale e determinante per la gestione dell’economia e dello sviluppo del nostro paese. Il governo statunitense ha specialmente intensificato la persecuzione delle transazioni finanziarie di Cuba e, dal 2019, adotta misure che violano il Diritto Internazionale, per privare il popolo cubano della possibilità di acquistare il combustibile che ha bisogno nel suo vivere quotidiano e per il suo sviluppo. 
 
Col fine di danneggiare e demonizzare la Rivoluzione cubana ed altri che qualifica come avversari, gli Stati Uniti pubblicano liste spurie carenti di legittimità, con le quali si arrogano il diritto di imporre al mondo misurate coercitive unilaterali e qualificazioni infondate. 
Non passa una settimana senza che questo governo emetta dichiarazioni contro Cuba o imponga nuove restrizioni. Invece, risulta paradossale che si sia rifiutato di qualificare come terrorista l’attacco perpetrato contro l’Ambasciata di Cuba a Washington, il 30 aprile 2020, quando un individuo armato con un fucile d’assalto ha sparato più di 30 colpi contro la sede diplomatica ed ha confessato in seguito la sua intenzione di uccidere.  
 
Denunciamo la doppio morale del governo statunitense nella lotta contro il terrorismo ed esigiamo che si condanni pubblicamente questo attacco brutale.  
 
Reclamiamo che cessino l’ostilità e la campagna diffamatoria contro il lavoro altruistico della cooperazione medica internazionale di Cuba che, con un elevato prestigio e risultati verificabili, ha contribuito a salvare centinaia di vite ed a ridurre l’impatto della malattia in latitudini diverse. Personalità internazionali ed organizzazioni sociali di notevole prestigio hanno riconosciuto il lavoro umanista svolto dalla Brigata Internazionale Medica Specializzata in Situazioni di Disastro e Gravi Epidemie ¨Henry Reeve¨ ed appoggiano la sua candidatura al Premio Nobel della Pace.   
 
Mentre il governo degli Stati Uniti ignora l’appello per unire gli sforzi nel combattimento alla pandemia e si ritira dall’OMS; Cuba, in risposta al sollecito ricevuto e guidata dalla profonda vocazione solidale ed umanista del suo popolo, rinforza la sua cooperazione con l’invio di più di 3700 collaboratori, organizzati in 46 brigate mediche, a 39 paesi e territori colpiti dalla COVID-19. 
 
In questo contesto, condanniamo il ricatto da gangster con cui gli Stati Uniti hanno fatto pressioni sull’Organizzazione Panamericana della Salute col proposito di utilizzare quell’organismo regionale come strumento della loro morbosa aggressione contro il nostro paese. Sempre, la forza della verità rivelerà le menzogne, e la storia collocherà i fatti ed i protagonisti al loro posto. L’esempio di Cuba prevarrà. 
I nostri devoti lavoratori della Salute, orgoglio di una nazione formata nell’ideologia martiana che Patria è Umanità, che ricevano o no il Premio che merita la loro nobiltà,  è già da anni che hanno vinto il riconoscimento dei paesi onorati dal loro lavoro sanitario. 
 
Il governo degli Stati Uniti non occulta la sua intenzione di applicare nuove ed ancora più dure misure aggressive contro Cuba nei prossimi mesi. Dichiariamo un’altra volta, davanti alla comunità internazionale che il nostro popolo, orgoglioso della sua storia ed impegnato con gli ideali e con l’opera della Rivoluzione, saprà resistere e vincere.
 
Sig. Presidente:
 
Le pretese di imporre la dominazione neo coloniale alla Nostra America, dichiarando pubblicamente la validità della Dottrina Monroe, contravvengono il Proclama dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace. 
 
Vogliamo ratificare pubblicamente in questo scenario virtuale che la Repubblica Bolivariana del Venezuela conterà sempre con la solidarietà di Cuba di fronte ai tentativi di destabilizzare e sovvertire l’ordinamento costituzionale, l’unione civico-militare e distruggere l’opera iniziata dal Comandante Hugo Chávez Frias e continuata dal presidente Nicolas Maduro Moros a favore del popolo venezuelano. 
Respingiamo anche le azioni degli Stati Uniti dirette a destabilizzare la Repubblica del Nicaragua, e corroboriamo l’invariabile solidarietà col suo popolo e governo, guidati dal Comandante Daniel Ortega. 
 
Ci solidarizziamo con le nazioni dei Caraibi che esigono indennizzazioni giuste per gli orrori della schiavitù e della tratta degli schiavi, in un mondo in cui la discriminazione razziale e la repressione delle comunità afrodiscendenti sono aumentate paurosamente.
 
Ratifichiamo il nostro impegno storico con la libera determinazione e l’indipendenza del popolo fratello di Portorico.
 
Appoggiamo il reclamo legittimo di sovranità dell’Argentina sulle isole Malvine, Sandwich del Sud e Georgia del Sud. 
 
Reiteriamo l’impegno con la pace in Colombia e la convinzione che il dialogo tra le parti è la via per raggiungere una pace stabile e duratura in quel paese. 
 
Appoggiamo la ricerca di una soluzione pacifica e negoziata della situazione imposta a Siria, senza ingerenza esterna e con rispetto pieno della sua sovranità ed integrità territoriale.  
 
Chiediamo una soluzione giusta al conflitto del Medio Oriente, che transita attraverso l’esercizio reale del diritto inalienabile del popolo palestinese a costruire il suo proprio Stato dentro le frontiere anteriori al 1967 e con la sua capitale che è Gerusalemme Orientale. Respingiamo i tentativi di Israele di annettere nuovi territori della Cisgiordania. 
 
Esprimiamo la nostra solidarietà con la Repubblica Islamica dell’Iran davanti alla scalata aggressiva degli Stati Uniti. 
 
Riaffermiamo la nostra invariabile solidarietà col popolo saharawi. 
 
Condanniamo energicamente le sanzioni unilaterali ed ingiuste contro la Repubblica Popolare Democratica della Corea. 
 
Ratifichiamo il nostro rifiuto all’intenzione di estendere la presenza della NATO fino alle frontiere della Russia ed all’imposizione di sanzioni unilaterali ed ingiuste contro questa nazione. 
 
Respingiamo l’intromissione straniera nei temi interni della Repubblica di Bielorussia e reiteriamo la nostra solidarietà col presidente legittimo di questo paese, Aleksandr Lukashenko ed il fratello popolo bielorusso.
 
Condanniamo l’ingerenza nei temi interni della Repubblica Popolare Cinese, e respingiamo qualsiasi tentativo di ledere la sua integrità territoriale e la sua sovranità.
 
Sig. Presidente: 
 
Le circostanze attuali preoccupanti hanno imposto che, per la prima volta nei 75 anni di storia dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, ci vediamo obbligati a riunirci in modo non presenziale.
 
La comunità scientifica di Cuba, un altro orgoglio della nazione che dal trionfo della Rivoluzione dei giusti, ha annunciato al mondo il suo proposito di trasformarsi in un paese di uomini e donne di Scienza, lavora senza riposo in uno dei primi vaccini che sono in fase di prova clinica nel mondo. I suoi creatori ed altri ricercatori e studiosi, articolati col sistema di Salute, sviluppano protocolli di attenzione per le persone contagiate, per quelle guarite e per la popolazione a rischio, che ci hanno permesso di mantenere le statistiche dell’epidemia intorno all’80 percento di persone contagiate guarite ed un indice di letalità sotto la media continentale e mondiale. 
“Medici e non bombe”, annunciò un giorno il leader storico della Rivoluzione Cubana e principale promotore dello sviluppo delle Scienze a Cuba, il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz. Quello è il nostro distintivo. Salvare vite e condividere quello che siamo ed abbiamo, al prezzo di qualunque sacrificio, è quello che offriamo al mondo dalle Nazioni Unite, al quale chiediamo solo un cambiamento secondo la gravità del momento. 
 
Siamo Cuba.
 
Lottiamo insieme per la promozione della pace, della solidarietà e dello sviluppo. 
 
Molte grazie”
 
Ig 
 
 
 

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