lunedì 25 Novembre 2024
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Diritti umani, un’altra volta punta di lancia dell’ingerenza

I primi forum del 45º periodo di sessioni del Consiglio dei diritti umani hanno confermato questa settimana l'interesse di alcuni governi nell’utilizzare questo tema sensibile come strumento di attacco ed ingerenza, una condotta denunciata dalla maggioranza. 

 
Da occidente hanno ricorso un’altra volta ad allegate violazioni dei diritti umani per sedere nel banco degli accusati alle nazioni sovrane che difendono un destino proprio e non accettano la subordinazione agli obiettivi geopolitici dei poderosi. Bielorussia, Nicaragua e Venezuela hanno attratto l’attenzione del Consiglio in iniziative diverse, un “dibattito urgente” nel caso del paese europeo ed “un aggiornamento dell’Alta Commissaria” in quello dei latinoamericani. 
 
D’accordo con l’ambasciatore venezuelano Jorge Valero, l’organo di 47 Stati membri, che celebra la sua 45º sessione dal 14 settembre al 6 ottobre, sembra avviato a seguire i passi della disciolta Commissione dei diritti umani, nella quale la politicizzazione e la selettività erano all’ordine del giorno. 
 
Il diplomatico ha insistito sul fatto che non sono tempi di attacchi ma di cooperazione e solidarietà di fronte alla COVID-19, un nemico comune responsabile di quasi un milione di morti nei cinque continenti. 
 
Valero ha ricordato che Venezuela è il bersaglio di un’aggressione permanente degli Stati Uniti e dell’amministrazione del presidente Donald Trump, crociata che colpisce i più elementari diritti del suo paese, come l’alimentazione e la salute. 
 
Anche Nicaragua, nella voce della procuratrice generale della Repubblica, Wendy Morales, ha ripudiato l’obiettivo di screditare il suo paese da una posizione selettiva, col cui gli alleati di Washington pretendono trasformare in portavoci unici e credibili gli oppositori e le organizzazioni non governative. 
 
In questo senso, ha risaltato l’importanza che nel Consiglio debba prevalere l’obiettività ed ha respinto che si conceda tutto il credito a settori coinvolti nel tentativo di golpe di Stato del 2018. 
 
Da parte sua, il rappresentante di Bielorussia, Yury Ambrazevich ha messo in allerta sulla doppia morale utilizzata contro Minsk, con le accuse di occidente contro il presidente Alexander Lukashenko. 
 
Sono arrivati a parlare di torture contro bambini ed abusi sessuali a detenuti, accuse molto serie senza la più infima prova, mentre occultano deliberatamente gli attacchi con bombe Molotov e la violenza e le provocazioni degli oppositori, ha sottolineato. 
 
Cuba, Russia, Cina ed altri paesi hanno reiterato l’urgenza di non manipolare la questione dei diritti umani e di optare per il dialogo e la cooperazione nel momento di abbordarla. 
 
Intervenendo nella 45º sessione dell’organo con sede a Ginevra, il diplomatico cubano Lester Delgado ha segnalato che il lavoro dell’Alta Commissaria per i diritti umani, incarico che occupa la cilena Michelle Bachelet, e del suo ufficio dovrebbe incentrarsi sull’imparzialità e sull’universalità. 
 
Nel suo lavoro, la lotta contro la politicizzazione e la selettività del tema dovrebbe costituire un obiettivo ed una priorità, ha affermato. 
 
A nome dell’isola, Delgado ha condannato le misure coercitive unilaterali, le minacce continue, la destabilizzazione e l’ingerenza, tra le altre aggressioni, che violano in una maniera grave e flagrante la Carta dell’ONU ed il Diritto Internazionale. 
 
Un’altra rappresentante di Cuba, Lisandra Astiasaran, ha richiamato l’attenzione in uno dei dibattiti sulla maniera in cui la politicizzazione e la doppia morale lacerano la credibilità del Consiglio dei diritti umani. 

Waldo Mendiluza, corrispondente a Parigi di Prensa Latina

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