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Guaidò si rifiuta di ottemperare ad un’ingiunzione di pagamento del tribunale britannico

Londra, 22 ott (Prensa Latina) Gli avvocati del governo venezuelano nella disputa sull'oro trattenuto dalla Banca d'Inghilterra hanno denunciato oggi che l'oppositore Juan Guaidò si rifiuta di ottemperare un ordine di pagamento del sistema giudiziario britannico.

Lo studio legale londinese Zaiwalla & Co. ha riferito questo giovedì a Prensa Latina che, dopo aver annullato il 5 ottobre il verdetto del tribunale commerciale britannico che riconosceva Guaidò come il “presidente ad interim”, la Corte d’Appello d’Inghilterra ha ordinato al consiglio di amministrazione della Banca Central de Venezuela nominato dall’autoproclamato presidente, di pagare al vincitore l’equivalente di circa 525mila dollari entro il 20 ottobre per le spese.

Il consiglio di amministrazione di Guaidò non ha rispettato l’ordine della Corte d’Appello, assicurano i rappresentanti legali del consiglio di amministrazione nominati dal presidente costituzionale venezuelano, Nicolas Maduro.

Come spiegato dal leader dello studio legale, Sarosh Zaiwalla, le leggi britanniche stabiliscono che chiunque disobbedisca consapevolmente ad un ordine di pagamento emesso da un tribunale, avendo i mezzi per pagare, può essere soggetto a sanzioni e persino escluso dal giudizio.

Dato che il consiglio di amministrazione di Guaidò ha le risorse per avviare un contenzioso come questo dall’altra parte del mondo, è difficile capire che non abbia i fondi per pagare, ha aggiunto Zaiwalla.

Il caso è arrivato ai tribunali britannici dopo che la Banca d’Inghilterra ha rifiutato di dare alla BCV legittima le riserve auree del valore di circa due miliardi di dollari, per acquistare attrezzature e medicinali contro la COVID-19 nel paese sudamericano.

L’istituto bancario inglese ha detto allora di avere una richiesta simile dal consiglio di amministrazione nominato da Guaidò, quindi la decisione è passata nelle mani del tribunale commerciale di Londra, che lo scorso luglio ha stabilito che il cosiddetto “presidente ad interim” aveva l’autorità di disporre delle 30 tonnellate di lingotti d’oro.

Il giudice che ha agito in quel tribunale ha basato la sua decisione su una dichiarazione dell’allora ministro degli Esteri britannico Jeremy Hunt del febbraio 2019 che ha riconosciuto “inequivocabilmente” il leader dell’opposizione come presidente del Venezuela.

Il 5 ottobre, la Corte d’Appello ha annullato tale verdetto, dopo aver considerato che il riconoscimento di Guaidò come presidente per legge non esclude che Maduro sia riconosciuto dal Regno Unito come presidente “de facto” della nazione sudamericana, per la quale ha rinviato il caso al tribunale commerciale.

Ig/nm

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