venerdì 26 Luglio 2024
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Un plebiscito per cambiare la storia del Cile

Il plebiscito è stato un simbolo, sostenuto da un popolo che faceva vibrare il mondo intero mobilitandosi da più di un anno contro ogni previsione. Di fronte a lui, un governo dalla parte della repressione, che ci riporta ai momenti più bui della storia del Cile.

Un movimento che è fiorito in primavera, è maturato d’estate e non si è indebolito nonostante la pandemia. Il 25 ottobre 2020 rimarrà nella memoria collettiva come il giorno in cui milioni di donne e di uomini hanno preso il controllo del proprio destino in Cile. È stato anche un omaggio alle vittime della dittatura, ai caduti, ai feriti di ieri e di oggi.

La cristallizzazione di questa rivolta è stata anche il risultato della congiunzione di tante rivolte, quelle degli studenti del 2006 e del 2011, quelle del diritto alla salute, quelle dei popoli indigeni. Il capitalismo demoniaco stabilito dai Chicago Boys sta prendendo il cammino del collasso.

Questo voto storico, questo “Approvo” con più del 78% dei voti validi, è un ripudio perentorio contro il modello neoliberista, fonte di tutte le disuguaglianze subite dal popolo cileno. È la volontà di seppellire le enclavi autoritarie imposte da Augusto Pinochet che ha strutturato per 47 anni la vita politica, istituzionale, economica e sociale.

Il referendum è, quindi, un primo passo, un grande salto. Poi verrà l’elezione di coloro che scriveranno questa nuova costituzione, attraverso l’acclamato meccanismo della Convenzione costituzionale, che sarà paritaria, per la prima volta nel mondo.

Nonostante la crisi sanitaria e la repressione sistematica, la democrazia è fiorente. Dopo Bolivia e Cile, presto anche l’Ecuador? È ovvio che l’America Latina si trova a una svolta strategica della sua storia, per la democrazia, i diritti umani e la giustizia sociale.

Le persone non vogliono più tornare indietro, non vogliono più gli anni bui. In queste ore di speranza, è tempo di ricordare questa canzone universale di Victor Jara, “per il diritto di vivere in pace …”.

Pierre Lebret, esperto francese di cooperazione internazionale e specialista in America Latina

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