Secondo il sito web delle statistiche FiveThirtyEight, il presidente ha solo il 13% di possibilità di vincere le elezioni presidenziali, cioè meno di quelle di ottenere un sei quando viene lanciato un dado.
Allo stesso modo, il settimanale britannico The Economist riduce le possibilità di Trump di rinnovare il suo mandato al 5%.
Tuttavia, non si può dimenticare che l’8 novembre 2016 – il giorno delle votazioni anteriori – il New York Times ha dato al magnate repubblicano una probabilità del 15% di vincere.
FiveThirtyEight, un poco più cauto, aveva ridotto il rapporto a 28,8%; L’Economist non voleva emozioni forti, e quell’anno non entrò in gioco.
Per l’analista Pablo Pardo le domande sono ovvie: succederà la stessa cosa nel 2020? I sondaggi catturano la vera intenzione di votare?
Pardo sottolinea che nelle elezioni del Congresso del 2018, in cui ha spazzato via il Partito Democratico, hanno avuto ragione al millimetro.
Ma Trump è imprevedibile. Quindi in questo 2020 nessuno si fida. E, meno di tutti, i Democratici, sottolinea lo studioso.
“I sondaggi non mi interessano. Ci sono stati anche molti sondaggi l’ultima volta e non hanno funzionato”, ha detto Barack Obama in una manifestazione a Filadelfia, la città principale dello stato della Pennsylvania.
In un recente documento diretto al suo team, la responsabile della campagna di Joe Biden, Jennifer O’Malley Dillon, ha chiesto di “fare campagna come se stessimo perdendo”, perché “il miglior sondaggio può essere sbagliato”.
Questo non è solo sui dati anteriori alla votazione del 2016, ma anche per i dati del 2020.
Ad esempio: è vero che Biden ha il doppio di vantaggio rispetto a quello che aveva Clinton a livello nazionale nel 2016, cioè circa nove punti contro 4,5.
Però, l’importante sono gli stati che possono dare la vittoria.
E, se si prendono in considerazione quei territori – Wisconsin, Michigan, Pennsylvania, Florida, North Carolina e Arizona – Biden supera Trump in media di 3,9 punti, secondo il sito web di RealClearPolitics.
Il problema per il candidato democratico è ricordare che Clinton era in testa di 3,5 punti in questa fase delle elezioni. E ha perso in tutti quegli stati.
Le società del sondaggio hanno creato la scusa che non avevano torto nel 2016, ma semplicemente che gli stati che non erano considerati incerti, hanno improvvisamente cambiato idea ed hanno votato a favore di Trump.
Ma per Pardo quell’idea è una scusa, poiché le società delle inchieste avrebbero dovuto rilevare che Michigan, Pennsylvania e Wisconsin potevano essere incerti, ed invece non l’hanno fatto.
Inoltre, chiaramente, quando hanno sondato l’intenzione di votare in quei territori, hanno sbagliato fino all’ultimo, sottolinea il commentatore.
In Wisconsin, tutte le 28 società di inchieste davano Clinton come vincitrice.
In Michigan, solo una delle 37 società d’opinione aveva messo in vantaggio Donald Trump, anche se in entrambi ha vinto il presidente in carica.
Nel mercato delle scommesse nel Regno Unito, Biden ha una probabilità del 64,6% e Trump il 35,4%.
Tuttavia, gli osservatori insistono sul fatto che, per ora, è meglio aspettare fino alle prime ore del 4 novembre ed osservare i sondaggi con un pizzico di scetticismo.
Richard Ruiz Julien, giornalista di Prensa Latina