venerdì 26 Luglio 2024
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San Isidro di Cuba nella sovversione made in USA

Intellettuali e giovani concordano oggi sul fatto che il dominio sui social network ed il finanziamento esterno sono il modus operandi degli Stati Uniti che fanno di Cuba uno dei suoi principali laboratori.

In esclusiva per Prensa Latina, il dottore in Scienze psicologiche Dionisio Zaldívar ha sottolineato che la campagna mediatica e di odio contro l’isola, intensificata negli ultimi quattro anni, ha l’obiettivo di indurre stress e provocare  una rivolta sociale. “Queste azioni sono state sistematiche fino dal trionfo della Rivoluzione e vogliono abbattere la resistenza”, ha assicurato.

Nel contesto attuale, varie voci dell’intellighenzia cubana sottolineano che questa strategia mediatica ha come uno dei suoi principali esponenti il cosiddetto Movimento San Isidro.
Il politologo Enrique Ubieta ha assicurato che ci sono blog finanziati dagli Stati Uniti che hanno costruito notizie su ciò che stava accadendo nel quartiere di San Isidro a L’Avana per creare uno stato d’animo nei lettori e trascendere sui media internazionali.

Alla televisione nazionale, Ubieta ha affermato che il nome del gruppo è una necessità per questi media per trasmettere l’idea che ci sia qualcosa di strutturato e stabilire una prospettiva politica.

Il cosiddetto movimento di San Isidro ha svolto una protesta per chiedere al governo cubano il rilascio di Denis Solís, condannato a otto mesi di privazione della libertà per il crimine di oltraggio alle autorità.

Solís, presentato dal gruppo come un artista censurato, ha affermato in un video di mantenere legami con persone che da Miami, negli Stati Uniti, finanziano atti violenti contro Cuba.
Per il giovane specialista dei media Javier Gómez, questo presunto Movimento e tutto ciò che ha generato dimostra che “siamo in presenza dell’esecuzione di un copione di un golpe soave”.

Secondo Gómez, questo è stato preparato nel giro di pochi anni da una guerra culturale in cui il lavoro dei social network gioca un ruolo principale.

In questo senso, gli Stati Uniti hanno recentemente dichiarato di avere speso oltre 261 milioni di dollari in progetti di sovversione contro Cuba dal 1990 fino ad oggi.

Il portale Cuba Money Project del giornalista statunitense Tracey Eaton ha citato i dati dell’USAID.

Secondo il rapporto, più di 124 milioni di dollari sono stati dedicati allo scopo descritto come “partecipazione democratica e società civile”, circa 38 milioni sono stati etichettati come “diritti umani” e 25 milioni sono stati assegnati a “mass media e libero flusso di informazioni”.

A seguito degli eventi di San Isidro, il direttore stampa del Ministero delle Relazioni Esteriori cubano, Juan Antonio Fernández, ha assicurato tramite Twitter che in soli 10 giorni sono stati inventati quasi 300 account per dimostrare una realtà falsa.

Da parte sua, il Ministero delle Relazioni Esteriori ha dichiarato che l’isola “è pienamente consapevole del coinvolgimento del governo degli Stati Uniti nel finanziare, guidare ed incitare gruppi ed individui a Cuba per sfidare l’autorità del governo (…)”.

A questo proposito, il presidente Miguel Díaz-Canel ha assicurato che il paese caraibico non ammette interferenze, provocazioni o manipolazioni.

In relazione all’influenza sui social network, i giovani progressisti di Cuba e del mondo hanno recentemente dibattuto sui pericoli della colonizzazione culturale esercitata dall’imperialismo.
L’incontro virtuale “Idee che sono bandiere” ha sollecitato la creazione di nuovi contenuti per affrontare i messaggi di odio e la divisione provocata dalla macchina mediatica degli Stati Uniti nel cyberspazio.

Isaura Diez Millán, giornalista di Prensa Latina

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