Le parole del leader storico della Rivoluzione cubana hanno preso vita sul social network Twitter, dove diverse entità hanno evidenziato la validità del loro pensiero, espressione di libertà e rifiuto di ogni tentativo di aggressione e manipolazione.
Non c’è niente di più triste di un coro di annessionisti che attaccano la loro terra, il loro paese e la vita non è arte o lavoro, ha scritto il Teatro Nazionale Cubano sulla sua piattaforma digitale accompagnata dagli hashtag #CubaEsCultura e #MejorArteParaTodos.
La Casa dell’Alba ha spinto la nazione a cantare, ma mai contro di lei, mentre il Consiglio Nazionale delle Arti dello Spettacolo di Cuba ha forgiato la frase: “Patria o Morte e bene! Che grido unanime dalla nazione caraibica”.
Da parte sua, la Empresa de Grabaciones y Ediciones Musicales ha anche aderito alla denuncia sui social network contro la canzone eseguita da Yotuel Romero, Descemer Bueno, Maykel Castillo (detto El Osorbo), Eliécer Márquez (El Funky) e il gruppo Gente di Zona.
Anche il Ministero della Cultura, il Centro di promozione artistica e letteraria Artex e l’Istituto cubano di arte e industria cinematografica si sono uniti per rifiutare la canzone “Patria y vida”, uscita ieri sui social network.
Secondo il presidente della Casa de las Americas, Abel Prieto, la questione ha un messaggio politico aperto e senza sfumature, un accumulo di slogan e una sorta di equilibrio, dal risentimento agli insulti tipici della peggiore propaganda anti-cubana.
Sembra, secondo lo scrittore cubano, uno scherzo macabro parlare di patria e vita dalla Florida, dove tante persone vengono trascurate durante il genocidio quotidiano che è il capitalismo e il neoliberismo.
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