Nell’articolo intitolato “Plantados, un altro pastrocchio contro Cuba”, il suo autore, il giornalista Rolando Pérez Betancourt, ha affermato che il film presenta un’immagine propagandistica e unidimensionale del tema affrontato, senza fare riferimento alle cause delle pene detentive dei suoi protagonisti .
Secondo il testo, un altro obiettivo dei realizzatori è quello di rispondere all’argomento di “Wasp Network”, un film del regista, sceneggiatore e critico cinematografico francese Olivier Assayas, in quanto presentava “veri eroi contrari ai comandamenti dell’impero” .
Pérez Betancourt ha avvertito come, in 24 ore, il film “Plantados” sia stato diffuso sui social network, fenomeno “insolito per un film così costoso, che dovrebbe continuare ad essere presentato ai festival di tutto il mondo per cercare di vendersi e recuperare i fondi”.
L’autore ha anche ricordato cosa è successo al film “La città perduta”, realizzato nel 2005 da Andy García e Guillermo Cabrera Infante, descritto dalla critica internazionale come “cinematograficamente nullo” con “dialoghi infiniti, scritti male, senza legami tra loro”.
In campo artistico, il critico cinematografico cubano ha considerato che “Plantados” è “un terribile melodramma che confonde i tempi narrativi, divide i protagonisti in buoni, molto buoni e sanguinosamente cattivi, con dialoghi verbali che cercano sensazionalismo con ogni espressione”.
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