domenica 24 Novembre 2024
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La disoccupazione, la povertà e le disuguaglianze affliggono l’America Latina

In America Latina e nei Caraibi, gli effetti negativi della pandemia della COVID-19 segnalano ed approfondiscono i grandi divari strutturali in una regione afflitta da disoccupazione, povertà e disuguaglianze.

 

La situazione sanitaria critica ha lasciato circa 209 milioni di poveri nel 2020, 22 milioni in più rispetto al 2019. Di questi, 78 milioni di persone in condizioni di estrema povertà, una cifra superiore di otto milioni a quella registrata l’anno precedente.

 

Nel rapporto annuale “Panorama Sociale dell’America Latina 2020”, la Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi (CEPAL) sottolinea che questi livelli di povertà non erano stati osservati negli ultimi 20 anni.

 

Tuttavia, la CEPAL spiega che le conseguenze della pandemia hanno solo rafforzato la battuta d’arresto vissuta dall’area nei sei anni tra il 2014 e il 2019, che già mostravano segni di stagnazione rispetto al progresso sociale raggiunto tra il 2002 e il 2014.

 

L’agenzia esemplifica che in America Latina tra il 2014 e il 2019 la percentuale di povertà estrema è aumentata dal 7,8% all’11,3% e la povertà è cresciuta dal 27,8% al 30,5%.

 

Senza dimenticare che ci sono divari nella dipendenza dei gruppi di popolazione, poiché la povertà è maggiore nelle zone rurali, tra i bambini e gli adolescenti; indigeni e afro-discendenti; e nella popolazione con livelli di istruzione inferiori.

 

A ciò si aggiunge il peggioramento del mercato del lavoro, che dal 2015 ha avuto andamenti sfavorevoli in America Latina, e nel 2020 ha registrato un forte calo dell’occupazione e un peggioramento della qualità dell’occupazione, secondo un rapporto congiunto di CEPAL e l’Organizzazione Internazionale per il Lavoro.

 

Questa situazione occupazionale negativa varia in ogni paese, sebbene i più colpiti siano i lavoratori informali e le donne.

 

Tra loro, secondo gli esperti, l’impatto degli oneri sulle cure non retribuite si intensifica a seguito della chiusura di centri educativi già carenti nei periodi precedenti.

 

Nel frattempo, i più giovani sono particolarmente vulnerabili poiché la maggior parte di loro è al di fuori del mercato del lavoro e del sistema educativo, secondo l’ente internazionale.

 

Per le persone anziane la situazione non è migliore; dal 2018, CEPAL aveva previsto un peggioramento e minori opportunità sul posto di lavoro, una situazione precaria in questo contesto pandemico.

 

Ma le disuguaglianze nell’occupazione sono aumentate anche da questioni etniche e razziali, così come da altre legate al territorio, alla disabilità o allo stato di immigrazione.

 

Secondo gli analisti, in America Latina la pandemia ha reso visibili ed ha approfondito i grandi divari strutturali che esistevano e si trascinano da anni.

 

Una situazione grave, davanti alla quale, la segretaria esecutiva della CEPAL, Alicia Bárcena, ha avvertito che i costi della disuguaglianza sono insostenibili e ha esortato a ricostruire con uguaglianza e sostenibilità al fine di creare un vero stato sociale, un compito in sospeso da tempo nella regione.

 

Per questo, ha sottolineato, è necessario garantire la protezione sociale universale come pilastro centrale dello stato di benessere, orientarsi verso nuovi patti sociali e fiscali, garantire salute, istruzione e inclusione digitale, in modo da non lasciare indietro nessuno.

 

Teyuné Díaz Díaz, giornalista di Prensa Latina 

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