venerdì 26 Luglio 2024
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Gli Stati Uniti e il loro interesse a interrompere il commercio con Cuba

Il bloqueo imposto contro Cuba dagli Stati Uniti ancora oggi trova la sua genesi in un proclama presidenziale del marzo 1961, che azzerava la quota dello zucchero, che era un vecchio accordo tra le due nazioni.

 

Secondo fonti ufficiali, dal 1934 esisteva un accordo tra i due paesi che prevedeva l’acquisto nel territorio caraibico di questo principale prodotto dell’economia.

 

Un articolo del Dottore in Scienze Storiche, Oscar Zanetti, chiarisce che con questo regime le vendite al Paese settentrionale costituivano circa i due terzi delle esportazioni dell’isola; il resto andava al mercato mondiale, principalmente in Inghilterra e Francia.

 

Secondo l’esperto, il provvedimento riservava agli zuccheri cubani il 29,3% del consumo statunitense, una quota molto inferiore a quella tradizionale ma che ha permesso di stabilizzare le esportazioni.

 

Il sistema di assegnazione sarebbe stato reintrodotto nel 1948, con la Legge della Quota dello Zucchero, e nel 1958 oltre il 70% del commercio dell’arcipelago avveniva, in condizioni svantaggiose, con gli Stati Uniti.

 

Nel 1960, questo accordo continuò come principale fonte di acquisto di valuta estera per Cuba, fino a luglio, quando fu approvata una legge che autorizzava il presidente degli Stati Uniti a ridurre la quota di zucchero per il resto dell’anno e il primo trimestre del 1961. 

 

In questo contesto, la normativa prevedeva la riduzione di 700.000 tonnellate della dotazione originaria e, successivamente, la fine di questo commercio.

 

Il 3 gennaio 1961 Washington interruppe le relazioni diplomatiche con L’Avana e il 15 febbraio di quell’anno il presidente John F. Kennedy volle sapere se avrebbe “risparmiato dollari preziosi” e “reso le cose più difficili a Fidel Castro” se gli Stati Uniti avessero interrotto gli acquisti di merci da Cuba.

 

Entro il 2 marzo, il governo del nord aveva annunciato che stava valutando l’applicazione della cosiddetta legge sul commercio con il nemico a Cuba, e otto giorni dopo ha modificato le norme sull’esportazione, incluso un elenco di alimenti e medicinali.

 

Alla fine di quel mese, il 31 marzo 1961, la legge pubblica 87-15 ha rettificato la sezione 408 della legge del 1948 ed è stato stabilito che le forniture di zucchero non dovevano essere acquisite in un paese con il quale Washington non avrebbe avuto relazioni diplomatiche.

 

La dichiarazione presidenziale 3401 di quel giorno, con la firma di Kennedy, ha stabilito che, “per motivi di interesse”, l’importo delle quote di zucchero da Cuba sarebbe stato pari a zero.

 

L’anno successivo, il 3 febbraio 1962, quell’amministrazione formalizzò con ordinanza 3447 il bloqueo economico, commerciale e finanziario, con danni accumulati in sei decenni, che superano oggi i 144.413 milioni di dollari.

 

Claudia Gonzalez Corrales, giornalista di Prensa Latina 

 
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