Juan González, assistente del presidente Joe Biden e direttore per l’emisfero occidentale del Consiglio di Sicurezza Nazionale, ha dichiarato in un’intervista alla rete televisiva CNN che “Joe Biden non è Barack Obama nella politica verso Cuba”.
Il funzionario ha giustificato la posizione della Casa Bianca affermando che “il momento politico è cambiato e che “si è chiuso molto lo spazio politico” in un momento in cui Washington è concentrata su varie crisi in tutto il mondo, e anche sulla situazione domestica.
Ha anche ammesso che gli Stati Uniti non rispettano l’accordo di immigrazione con l’isola sulla concessione di 20.000 visti all’anno, che ha giustificato non essere fatto a causa di presunti “attacchi sonori” contro i suoi funzionari a L’Avana.
A questo proposito, il ministro delle Relazioni Internazionali di Cuba, Bruno Rodríguez, ha risposto in un tweeter: “È sorprendente che un funzionario di alto livello del governo degli Stati Uniti menziona la leggenda sugli ‘attacchi sonici’ contro i diplomatici statunitensi a L’Avana, una menzogna che è già stata squalificata dalla scienza”.
È ignoranza o manipolazione?
Nel 2014, Obama ha annunciato l’inizio di un processo per normalizzare le relazioni con Cuba. Nel 2016, con Donald Trump al potere, la Casa Bianca ha cambiato obiettivo e ha ripristinato varie sanzioni contro il governo dell’isola.
All’inizio del suo mandato, Biden non ha ancora dato segni di voler riprendere il riavvicinamento diplomatico dell’era Obama e il portavoce dell’amministrazione afferma che la politica nei confronti di Cuba è soggetta a un processo di revisione.
Varie analisi indicano che il governo degli Stati Uniti potrebbe auspicare l’invio di rimesse familiari, il ritorno dei lavori consolari a L’Avana e consentire agli statunitensi di recarsi sull’isola.
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