Secondo una nota di tale istituzione, l’azione svolta martedì scorso nel Puerto de Orozco, al Mariel, provincia di Artemisa (a ovest della capitale cubana), corrisponde a quanto stabilito negli accordi migratori tra le due nazioni. Descrive in dettaglio che queste persone hanno partecipato a otto uscite illegali dal paese tra la fine di maggio e il 3 giugno, transitate per mare, la maggior parte in zone rurali, mettendo a rischio la propria vita. Alcuni hanno persino rubato una barca collegata alla Base di Pesca Sportiva di Santa Cruz del Norte, a Mayabeque. Con loro, sono 313 le persone rimpatriate dalle autorità statunitensi nel 2021, sottolinea. La comunicazione afferma inoltre che il governo cubano ha insistito sulla necessità di un rigoroso rispetto del Dichiarazione congiunta Cuba-USA in materia di immigrazione, del 12 gennaio 2017. Questo accordo rappresenta l’impegno bilaterale di prevenire l’immigrazione irregolare e le partenze rischiose da Cuba, combattere i relativi atti di violenza e scoraggiare risolutamente le illegalità a loro associate. Ig/evm