Almeno 36 cittadini di cinque regioni, le cui firme sarebbero state falsificate nei verbali di voto, secondo i legali della sconfitta Keiko Fujimori, hanno smentito con dichiarazioni notarili di essere stati soppiantati.
Nella sessione odierna la giuria elettorale nazionale (GNE) ha negato la legalità dell’incorporazione del procuratore Víctor Rodríguez come membro, in sostituzione di Luis Arce Córdova, che si è dimesso per essersi opposto alle opinioni della maggioranza della corte.
Gli avvocati di Fujimori hanno sostenuto che le dimissioni di Arce non hanno valore legale, ma giuristi di diverse posizioni, che concordano sul fatto che le dimissioni di Arce cercavano di paralizzare il GNE per mancanza di quorum, affermano invece che è corretto sostituirlo.
Di fronte al suo prevedibile fallimento legale, dal momento che non hanno presentato prove valide per la loro richiesta di annullamento delle schede delle regioni in cui Castillo ha vinto ampiamente, Keiko Fujimori e i suoi alleati di estrema destra insistono sulla richiesta di un audit internazionale dell’OSA.
L’avvocato di Castillo, Aníbal Torres, ha precisato che l’audit non procede perché la missione di vigilanza di quell’organismo ha elogiato non solo le elezioni ma anche le successive sentenze della giustizia elettorale.
In questo contesto, l’economista Pedro Francke, responsabile economico della squadra pre-governativa di Castillo, ritiene molto necessario che l’autorità elettorale proclami il nuovo presidente, perché il ritardo crea instabilità e incide sul processo di trasferimento dei lavori alla nuova amministrazione.
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