“Il 28 luglio, avviando il messaggio alla nazione, presenteremo al Congresso la prima richiesta del popolo: che programmi immediatamente l’insediamento dell’Assemblea Nazionale Costituente per redigere la prima Costituzione del popolo”, ha affermato il vincitore del ballottaggio del 6 giugno scorso.
In un incontro ieri sera con i dirigenti sindacali che hanno accolto con gioia le sue parole, ha sostenuto che l’attuale Magna Carta è un impedimento fondamentale alla rapida soluzione dei problemi nazionali.
“Non posso diventare un mago per risolvere i problemi immediatamente, perché questa Costituzione ci mantiene le mani legate”, ha detto.
All’assemblea ha comunicato che non sarà necessaria una legge delle leggi con numerosi articoli, come quella approvata nel 1993, e l’idea è di averne una “con l’odore, il colore e il sapore del popolo”.
La modifica della Magna Carta è stata una delle promesse centrali del maestro rurale sia al primo turno elettorale che al ballottaggio ed è stata inserita nel piano aggiornato del governo Castillo, come approccio da presentare all’inizio del suo mandato.
Il candidato ha anche promesso di rispettare l’attuale Costituzione fino a quando il popolo non prenderà la decisione e l’annuncio di ieri sera ha immediatamente motivato gli attacchi dei difensori del modello economico neoliberista sancito in quella attuale e che chiedono che il nuovo Parlamento della Repubblica, con una maggioranza di destra, sia chi decida.
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