venerdì 26 Luglio 2024
AGENZIA DI STAMPA LATINOAMERICANA
Search
Close this search box.

Rispolverano vecchia denuncia sull’esportazione di mercenari colombiani

Dopo l'assassinio del presidente haitiano, Jovenel Moïse, da parte di un comando composto per la maggior parte da ex militari colombiani, oggi nell'arena pubblica emergono annose lamentele sull'esportazione di mercenari da questo paese.

L’analista, professore e giornalista Ariel Ávila ha ricordato che quella dei mercenari colombiani è una storia lunga e dolorosa iniziata in Medio Oriente, poi diffusasi in Nord Africa e successivamente in tutto il mondo.

L’ultima è stata l’operazione Gideon in Venezuela, che non è stata mai spiegata dalle autorità colombiane e, ora succede lo stesso ad Haiti, sottolineata attraverso il suo account Twitter.

L’operazione Gideon, pianificata dalla destra fascista venezuelana sotto gli auspici degli Stati Uniti e della Colombia, secondo quanto riferito, è stato un tentativo di sbarco mercenario nel 2020 al largo delle coste di Macuto, nello stato di Vargas.

Lì, le forze armate nazionali bolivariane, insieme agli organi di sicurezza e di intelligenza dello Stato Venezuelano, hanno interrotto l’incursione terroristica in vari punti lungo la costa e catturato decine di truppe paramilitari e mercenarie.

I termini di quell’azione, in cui si cercava, tra l’altro, di assassinare capi di governo e rapire il presidente Nicolás Maduro per la sua successiva esecuzione, erano stabiliti in un contratto firmato dalla società statunitense Silvercorp, di proprietà del veterano delle Forze Speciali Statunitensi, Jordan Goudreau.

Questa società ha diretto l’addestramento di mercenari nei campi situati in Colombia davanti allo sguardo complice delle autorità della Nuova Granada, come hanno chiarito le prove fornite dal governo venezuelano.

Allo stesso modo, un rapporto pubblicato dal quotidiano locale El Pais, nel 2015, ha avvertito che centinaia di militari colombiani sono stati assunti per decenni da società private, a loro volta ingaggiate dal governo degli Stati Uniti per formare gruppi di mercenari.

Questi sono dedicati a fornire sicurezza a funzionari statunitensi, basi militari, consolati o qualsiasi luogo in cui sventoli la bandiera USA in Medio Oriente, ha aggiunto la pubblicazione.

L’autorevole quotidiano The New York Times, in un articolo dello stesso anno intitolato The Emirates svela che gli Emirati Arabi inviano segretamente mercenari dalla Colombia e da altri paesi dell’America Latina a combattere nello Yemen, rivelando la partecipazione di mercenari di questo paese nei conflitti stranieri.

“In segreto, gli Emirati Arabi Uniti hanno inviato centinaia di mercenari colombiani nello Yemen per combattere nel violento conflitto aperto in quel paese; un nuovo elemento che aumenta la volatilità di una guerra complessa da parte di soggetti portati con la partecipazione degli Stati Uniti”, ha spiegato.

Anni prima, nel 2011, l’editorialista colombiano Daniel Coronell in uno dei suoi articoli di opinione scriveva:

“Molti di loro non hanno nessun addestramento militare. Sono guardiani che hanno scambiato il poncio, il thermos e la carabina per un fucile, un destino incerto e un lavoro spregevole per molti: sono mercenari”.

“Sono venduti al miglior offerente per uccidere o essere uccisi nelle guerre di altre persone. Oggi sono ad Abu Dhabi. Dietro l’avventura che ha portato questi vigilanti dalle gelide mattine di Bogotà alle sabbie infuocate del Medio Oriente c’è una strana faccenda”, ha aggiunto.

Ha sottolineato che “gli improvvisati soldati di ventura -arruolati da una compagnia internazionale- hanno ricevuto un addestramento lampo per la guerra nelle fattorie e anche nelle installazioni militari colombiane. Per fare questo hanno usato armi ufficiali o quelle sequestrate ai guerriglieri. Qualcuno nell’esercito sostiene l’attività milionaria di esportazione di mercenari”.

La scorsa notte, la Polizia Nazionale Haitiana (PNH) ha identificato 28 persone presumibilmente implicate nell’assassinio del presidente Moïse, 26 delle quali erano colombiane.

Odalys Troya Flores, giornalista di Prensa Latina

ULTIME NOTIZIE
NOTIZIE RELAZIONATE