In un comunicato pubblicato sui social network, l’organizzazione ha affermato che questa politica crudele e disumana è stata istituita con “l’esplicito intento di destabilizzare il paese e minare il diritto dei cubani di scegliere il proprio governo”.
La dichiarazione, riferendosi ai recenti disordini a Cuba, ha ricordato che dal 1962, “gli Stati Uniti hanno forzato il dolore e la sofferenza del popolo cubano tagliando cibo, medicine e forniture, che è costato alla piccola nazione insulare moltissimi miliardi”.
L’impatto del bloqueo – aggravato durante il mandato di Donald Trump con 243 misure coercitive ancora in vigore – ha reso più difficile per Cuba acquisire le risorse necessarie per sviluppare i propri vaccini della COVID-19, oltre che per la produzione alimentare, ha sottolineato BLM.
Il gruppo ha riconosciuto la forza del sistema sanitario cubano e la storia della solidarietà in quel campo, con l’invio di brigate sanitarie per affrontare i disastri in tutto il mondo.
La dichiarazione ha sottolineato che il popolo cubano viene punito dal governo degli Stati Uniti per aver mantenuto il suo impegno per la sovranità e l’autodeterminazione.
Allo stesso tempo, ha aggiunto che la Casa Bianca ha cercato di schiacciare la Rivoluzione cubana per decenni e invece di amicizia, rispetto e buona volontà, il governo degli Stati Uniti ha solo istigato la sofferenza degli 11 milioni di cubani.
BLM ha anche sottolineato che Cuba ha “storicamente dimostrato la sua solidarietà con i popoli afro-discendenti oppressi”.
Ora speriamo – sottolinea il documento – che il presidente Biden ponga fine al bloqueo, fatto richiesto da Barack Obama nel 2016, dopo aver ammesso il fallimento di questa politica obsoleta.
“Questo bloqueo è una flagrante violazione dei diritti umani e deve finire”, ha concluso Black Lives Matter, movimento emerso nel 2013 dopo l’assoluzione dell’ufficiale di polizia che ha ucciso il giovane afroamericano Trayvon Martin in Florida.
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