Il primo governante di sinistra eletto nei 200 anni di vita indipendente del Perù ha ascoltato la formula del giuramento ufficiale, dichiarata dalla presidentessa del Congresso della Repubblica, María del Carmen Alva.
Immediatamente, ha aggiunto un giuramento “Per Dio, per la mia famiglia, per le mie sorelle e fratelli peruviani, contadini, popoli nativi, pescatori, insegnanti, professionisti, bambini, giovani e donne”.
Ha anche giurato “per i popoli del Perù, per un paese senza corruzione e per una nuova costituzione”, sintesi delle proposte della sua campagna elettorale culminata con la sua vittoria, contro ogni previsione, al primo turno dell’11 aprile e la sua strenua vittoria, nonostante una campagna contraria, al ballottaggio del 6 giugno.
Castillo è arrivato a piedi dalla vicina sede del Ministero degli Affari Esteri, accompagnato dai presidenti giunti per la sua inaugurazione e da altre personalità invitate, acclamato lungo il percorso dal pubblico.
Quando è entrato nell’emiciclo, la legislatrice Isabel Cortez, vestita con l’uniforme degli spazzini, di cui lei è leader sindacale, ha lasciato il suo seggio e lo ha abbracciato, infrangendo il protocollo, e poi il presidente ha continuato tra gli applausi.
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