Il direttore generale degli Affari consolari e dei cubani residenti all’estero (Daccre), Ernesto Soberón, ha assicurato che dopo gli eventi accaduti, la maggior parte di coloro che vivono all’estero ha assunto un atteggiamento positivo nei confronti del proprio paese di origine, contrariamente alla riflessione dimostrata dai grandi media.
Ha aggiunto che c’è chiarezza sul ruolo degli Stati Uniti nell’incitamento a questi incidenti, mentre una parte importante degli emigrati sostiene il riavvicinamento tra le due nazioni e la revoca del bloqueo economico, commerciale e finanziario imposto alla maggiore delle Antille.
In un’intervista alla testata OnCuba, il diplomatico ha affermato che coloro che promuovono l’odio e la divisione tra i cubani fanno parte di “un settore minoritario”, seppur con potere politico ed economico, che sostiene le misure coercitive nei confronti del paese caraibico.
È quel gruppo che ha incoraggiato la richiesta di un “intervento umanitario”, che non gioverebbe affatto al popolo cubano, ma in realtà avrebbe provocato l’effetto opposto, anche se si sono presentati come difensori di Cuba, ha aggiunto.
Soberón ha osservato che in questo contesto il suo governo mantiene l’obiettivo strategico di rafforzare i suoi legami con l’emigrazione, una questione che “iniziata nel 1978, non è cambiata e non cambierà”.
Al momento siamo in una nuova fase, ha detto, e ha precisato che lo scopo attuale è, oltre a rafforzare le relazioni, diversificarle; così come ad affrontare le rivendicazioni e le insoddisfazioni che persistono e le questioni in sospeso, nonostante i grandi progressi che sono stati compiuti sulla questione dell’immigrazione.
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